"Da Daraya ad Aleppo": mostra personale di Liana Taurini Barbato a Palermo
"La Bambonla gialla", opera 50x70 cm
Sono quindici i dipinti su tela che rappresentano lo scenario di una tragedia che vivono i siriani in guerra oramai da oltre sette anni nella mostra di Liana Taurini Barbato alla Galleria Studio 71 a Palermo.
Dopo la precedente esposizione dedicata alle rotte dell’emigrazione, oggi Liana Taurini Barbato parla della guerra in Siria che si svolge vicino casa nostra e lo fa deformando ancora una volta la realtà per raccontarla ancora meglio, con occhi lucidi e poco sognanti.
Del resto come si potrebbe mai rappresentare in maniera sognante un massacro? Un massacro dal quale nessuno è sfuggito. I bambini sono stati i primi a cadere, uccisi improvvisamente da bombe e cecchini o lentamente dalla fame e dalla sete.
I quadri in mostra sono il frutto di un moto interiore, una ribellione ad una situazione assurda e drammatica che ha causato e continua a causare tante vittime innocenti. Liana Taurini Barbato usa un modo di
narrare per immagini semplice come quello che usavano, nei loro tabelloni i cantastorie.
Rifiuta la forma perfetta, gli artifici prospettici; non le interessa dar sfoggio delle sue capacità tecniche (che ben padroneggia), lei vuole solamente trasmettere emozioni e far riflettere ricorrendo ad uno stile
molto vicino a quello popolare.
Dopo la precedente esposizione dedicata alle rotte dell’emigrazione, oggi Liana Taurini Barbato parla della guerra in Siria che si svolge vicino casa nostra e lo fa deformando ancora una volta la realtà per raccontarla ancora meglio, con occhi lucidi e poco sognanti.
Del resto come si potrebbe mai rappresentare in maniera sognante un massacro? Un massacro dal quale nessuno è sfuggito. I bambini sono stati i primi a cadere, uccisi improvvisamente da bombe e cecchini o lentamente dalla fame e dalla sete.
I quadri in mostra sono il frutto di un moto interiore, una ribellione ad una situazione assurda e drammatica che ha causato e continua a causare tante vittime innocenti. Liana Taurini Barbato usa un modo di
narrare per immagini semplice come quello che usavano, nei loro tabelloni i cantastorie.
Rifiuta la forma perfetta, gli artifici prospettici; non le interessa dar sfoggio delle sue capacità tecniche (che ben padroneggia), lei vuole solamente trasmettere emozioni e far riflettere ricorrendo ad uno stile
molto vicino a quello popolare.
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