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"Das Paradies und die Peri", il poema di redenzione di Robert Schumann al Teatro Massimo

  • Teatro Massimo - Palermo
  • 24, 26, 27, 29 ottobre 2019 (evento concluso)
  • 20.30 (venerdì), 18.30 (sabato e martedì), 17.30 (domenica)
  • Da 85 a 12 euro
  • La biglietteria è aperta dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18 e nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima e fino a mezz’ora dopo l’inizio.
Balarm
La redazione

Il direttore Gabriele Ferro (foto di Rosellina Garbo)

È un viaggio nell’anima quello che sarà possibile intraprendere con "Das Paradies und die Peri" (Il Paradiso e la Peri), il capolavoro di Robert Schumann basato sulla traduzione tedesca del poema di Thomas Moore Lalla Rookh. Il podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, sul quale salirà il direttore musicale Gabriele Ferro, sarà eccezionalmente esposto al pubblico: per l’impianto scenico creato da Anagoor infatti, smontata la buca, una gradinata coperta da un tappeto orientale si stende dalla platea fino al fondo della scena.

Si crea così uno spazio unico sul quale orchestra, coro e solisti si ritrovano tutti raccolti ad agire intorno a uno schermo centrale, sul quale prima dell’inizio dello spettacolo splende in rosa il nome di Allah. Uno schermo nero cala subito, a simboleggiare l’esclusione della Peri dal Paradiso: i suoi viaggi alla ricerca del tesoro più grande sulla Terra, grazie al quale potrà essere di nuovo ammessa nel mondo superiore, la portano a vagare per l’Oriente.
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E le tre tappe del viaggio verranno anche proiettate sullo schermo centrale, perché il regista Simone Derai della Compagnia Anagoor (Leone d’Argento per il Teatro alla Biennale di Venezia nel 2018) ha realizzato le riprese in Iran, dal nord al Golfo Persico, e poi in Turchia e lungo i martoriati confini siriani per primo e terzo episodio (da Moore situati in India e in Siria) e al Museo Egizio di Torino per il momento centrale, che nell’oratorio si svolge alle foci del Nilo. Un allestimento estremamente rispettoso della musica di Schumann che parla di redenzione e di ricerca interiore.

E proprio Robert Schumann, con la sua famiglia, appare nel film all’inizio e nei momenti di svolta dell’azione: il compositore, come la Peri, ha ricevuto dei doni che lo distaccano dall’umanità ma, al tempo stesso, si trova schiacciato dal peso di una condanna, quella della malattia che lo priverà della lucidità e lo condurrà alla morte. Il progetto artistico di Anagoor con regia, scene, costumi e video di Simone Derai si avvale della consulenza drammaturgica di Klaus-Peter Kehr e delle luci di Fabio Sajiz. Nella parte della Peri vi sarà il soprano Sarah Jane Brandon accompagnata da un quartetto vocale d’eccezione composto dal soprano Valentina Mastrangelo, dal mezzosoprano Atala Schöck, dal tenore Maximilian Schmitt e dal baritono Albert Dohmen, circondati dal Coro del Teatro Massimo diretto da Ciro Visco. Assistente alla regia Marco Menegoni, assistente musicale alla regia Monica Tonietto, assistente alle scene Freddy Mason, assistente ai costumi Massimo Simonetto.
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