"Di case e altre rovine": al Garage Arts di Enna la mostra personale fotografica di Ivan Catalano

Una foto di Ivan Catalano
La piattaforma per le arti e culture contemporanee Garage Arts di Enna ospita "Di case e altre rovine", la mostra fotografica personale di Ivan Catalano, visitabile dal 5 novembre al 16 gennaio, dal giovedì al sabato dalle ore 17 alle 20 (e durante gli altri appuntamenti del Garage), con inaugurazione venerdì 4 novembre alle 19.00.
Ivan Catalano, ennese che vive a Torino da quasi vent'anni, da bambino amava sfogliare gli album fotografici dei suoi genitori, in particolare quelli del loro passato da emigrati, e da ragazzo iniziò a fotografare le processioni religiose nella sua città. Dopo, due incontri: il primo con i disegni dell’architetto Aldo Rossi e il secondo con una fotografia di Luigi Ghirri, scoperta nel retro di una copertina di un album dei CCCP.
Il suo lavoro nasce utilizzando il medium fotografico prima in maniera inconsapevole, e solo in seguito maturando consapevolezza riguardo al mezzo stesso e al suo linguaggio.
Vive la pratica del fotografare come un rituale, partendo dal luogo dove abita o le città in cui ha vissuto. Compongono il tracciato, nel quale svolge il suo lavoro, l’ordinario, il quotidiano, la "qualsiasità": caratteristiche scelte non in modo arbitrario ma perché gli sono vicine e fanno parte del suo vissuto; con la prerogativa di non fare privilegi su cosa deve o non deve essere fotografato ma, piuttosto, da sempre si interessa all’abitare, alle sue trasformazioni ed alle tracce che incontra, facendo però attenzione a non lasciare le proprie.
Lontano dal pensare la fotografia come mezzo oggettivo per descrivere, per raccontare e comunicare la realtà, persegue l’idea che fotografare sia non un fatto di comunicazione, ma in primo luogo un "fatto privato", la conoscenza del mondo, la continua sorpresa di guardare le cose. Dunque, fotografando dentro casa e "dietro casa" si svolge gran parte della sua ricerca, vivendo lo spazio come luogo dell'incontro, "del puro accadere, dell’inciampo", dove s’incontrano delle cose, dei luoghi, delle persone, delle figure.
Oltre la mostra, sabato 6 novembre alle ore 20.00 è in programma la proiezione del documentario "Strada provinciale delle anime" di Gianni Celati, a cura dello stesso Catalano, mentre domenica 7 novembre si prevede un pomeriggio di incontri dedicati alla fotografia: alle ore 17.00 open studio e portfolio review con Ivan Catalano (aperto a tutti i fotografi e le fotografe); ore 18.30 presentazione del workshop "Imparare a guardare"; e alle 19.30 presentazione del laboratorio permanente "Osservazioni sul territorio".
Ivan Catalano, ennese che vive a Torino da quasi vent'anni, da bambino amava sfogliare gli album fotografici dei suoi genitori, in particolare quelli del loro passato da emigrati, e da ragazzo iniziò a fotografare le processioni religiose nella sua città. Dopo, due incontri: il primo con i disegni dell’architetto Aldo Rossi e il secondo con una fotografia di Luigi Ghirri, scoperta nel retro di una copertina di un album dei CCCP.
Il suo lavoro nasce utilizzando il medium fotografico prima in maniera inconsapevole, e solo in seguito maturando consapevolezza riguardo al mezzo stesso e al suo linguaggio.
Vive la pratica del fotografare come un rituale, partendo dal luogo dove abita o le città in cui ha vissuto. Compongono il tracciato, nel quale svolge il suo lavoro, l’ordinario, il quotidiano, la "qualsiasità": caratteristiche scelte non in modo arbitrario ma perché gli sono vicine e fanno parte del suo vissuto; con la prerogativa di non fare privilegi su cosa deve o non deve essere fotografato ma, piuttosto, da sempre si interessa all’abitare, alle sue trasformazioni ed alle tracce che incontra, facendo però attenzione a non lasciare le proprie.
Lontano dal pensare la fotografia come mezzo oggettivo per descrivere, per raccontare e comunicare la realtà, persegue l’idea che fotografare sia non un fatto di comunicazione, ma in primo luogo un "fatto privato", la conoscenza del mondo, la continua sorpresa di guardare le cose. Dunque, fotografando dentro casa e "dietro casa" si svolge gran parte della sua ricerca, vivendo lo spazio come luogo dell'incontro, "del puro accadere, dell’inciampo", dove s’incontrano delle cose, dei luoghi, delle persone, delle figure.
Oltre la mostra, sabato 6 novembre alle ore 20.00 è in programma la proiezione del documentario "Strada provinciale delle anime" di Gianni Celati, a cura dello stesso Catalano, mentre domenica 7 novembre si prevede un pomeriggio di incontri dedicati alla fotografia: alle ore 17.00 open studio e portfolio review con Ivan Catalano (aperto a tutti i fotografi e le fotografe); ore 18.30 presentazione del workshop "Imparare a guardare"; e alle 19.30 presentazione del laboratorio permanente "Osservazioni sul territorio".
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