"Drawing stage/La bocca arsa": opera installativa di Diego Miguel Mirabella
Opera installativa dell'artista Diego Miguel Mirabella
L'opera dal titolo "Drawing stage/La bocca arsa" è il frutto di un avvicinamento reale e ideale da parte dell'artista Diego Miguel Mirabella alla terra siciliana, l'interpretazione di un paesaggio messo in scena, la costruzione di un luogo da percorrere con lo sguardo.
Il lavoro prende forma da un concerto di materiali - il tufo, una conga, le stesse geometrie dello spazio - che strutturano la visione di un paesaggio familiare, un evento immaginato. Gli elementi sono trattati dall'artista come figure semplici che insieme descrivono una composizione complessa, come accade con le singole parole che, accostate in un testo poetico, diventano qualcos'altro.
La prima parte del titolo, "Drawing stage" (nome del progetto di una serie di lavori) si riferisce a questi elementi dell'opera che vivono nello spazio come su di un palco per la messa in scena. In questa composizione il tufo diviene materiale descrittivo di un paesaggio naturale e scultoreo modellato nel tempo e dal tempo assieme all'oggetto della conga, un tamburo dipinto ingenuamente da altre mani familiari e cimelio personale dell'artista.
Gli oggetti sono indipendenti, diventano misure fisiche e figure metriche, si comportano come un incontro di parole; così come la seconda parte del titolo, "La bocca arsa" suggerisce il sapore poetico dell'installazione, ma non la descrive, piuttosto si unisce al coro complesso dell'opera.
La vetrina de L'Ascensore diventa perciò palco, luogo pensato per parole visive dove è possibile scorgervi distese aride, riti quotidiani da spendere al sole, immagini millenarie e ancora memoria dei corpi in pietra porosa delle architetture palermitane: immagini di una scrittura poetica diretta dall'artista e letture affidate al pubblico che fino al 3 giugno passerà in via Principe di San Giuseppe, di giorno e di notte.
Il lavoro prende forma da un concerto di materiali - il tufo, una conga, le stesse geometrie dello spazio - che strutturano la visione di un paesaggio familiare, un evento immaginato. Gli elementi sono trattati dall'artista come figure semplici che insieme descrivono una composizione complessa, come accade con le singole parole che, accostate in un testo poetico, diventano qualcos'altro.
La prima parte del titolo, "Drawing stage" (nome del progetto di una serie di lavori) si riferisce a questi elementi dell'opera che vivono nello spazio come su di un palco per la messa in scena. In questa composizione il tufo diviene materiale descrittivo di un paesaggio naturale e scultoreo modellato nel tempo e dal tempo assieme all'oggetto della conga, un tamburo dipinto ingenuamente da altre mani familiari e cimelio personale dell'artista.
Gli oggetti sono indipendenti, diventano misure fisiche e figure metriche, si comportano come un incontro di parole; così come la seconda parte del titolo, "La bocca arsa" suggerisce il sapore poetico dell'installazione, ma non la descrive, piuttosto si unisce al coro complesso dell'opera.
La vetrina de L'Ascensore diventa perciò palco, luogo pensato per parole visive dove è possibile scorgervi distese aride, riti quotidiani da spendere al sole, immagini millenarie e ancora memoria dei corpi in pietra porosa delle architetture palermitane: immagini di una scrittura poetica diretta dall'artista e letture affidate al pubblico che fino al 3 giugno passerà in via Principe di San Giuseppe, di giorno e di notte.
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