"Ettore Pinelli, Archivio senza titolo": due grandi wall paintings dialogano con gli spazi della galleria
Ettore Pinelli - Blurring motion (rose light), 2018, olio su tela (part.)
Sacca gallery apre le porte ad un nuovo progetto espositivo: "Ettore Pinelli, Archivio senza titolo", a cura di Giovanni Scucces e dell'artista. Un dialogo con lo spazio della galleria, due grandi wall paintings, rosa e grigio, danno uno slancio dinamico all'esposizione e inglobano opere su più livelli.
La mostra presenta una buona parte della produzione più recente insieme ad alcuni materiali d'archivio che, nel complesso, permettono di tracciare e comprendere la metodologia adottata da Pinelli dall'ideazione fino alla realizzazione dei suoi lavori.
L'artista, infatti, è noto per la rappresentazione evanescente di immagini tratte dai media e in particolare dal web. Esse riprendono, nella maggior parte dei casi, episodi di tensione e scontro fra esseri umani nell'attimo in cui l'istinto prende il sopravvento sulla razionalità e l'ira sull'autocontrollo. O ancora, "icone" di supremazia animale.
La mostra è basata su opere cardine dalle quali si diramano lavori e materiali di varia tipologia e grandezza, interconnessi tra di loro a formare una trama rappresentativa ed esplicativa del corpus dei sui lavori.
Ettore Pinelli (Modica, 1984), formatosi in Accademia di belle arti di Firenze, si diploma in pittura nel 2007 e in progettazione e cura degli allestimenti nel 2010, in collaborazione con il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
La sua ricerca è incentrata sull'osservazione dal punto di vista antropologico di aspetti relazionali della natura umana portati al limite. A partire da immagini, video ed iconografie ricavate dai media, evidenzia il rapporto interpersonale portato allo stremo e quello che l’uomo contemporaneo ha con l'informazione.
La mostra presenta una buona parte della produzione più recente insieme ad alcuni materiali d'archivio che, nel complesso, permettono di tracciare e comprendere la metodologia adottata da Pinelli dall'ideazione fino alla realizzazione dei suoi lavori.
L'artista, infatti, è noto per la rappresentazione evanescente di immagini tratte dai media e in particolare dal web. Esse riprendono, nella maggior parte dei casi, episodi di tensione e scontro fra esseri umani nell'attimo in cui l'istinto prende il sopravvento sulla razionalità e l'ira sull'autocontrollo. O ancora, "icone" di supremazia animale.
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Talvolta rielabora immagini talmente a bassa definizione in cui l'unica soluzione possibile è quella di operare su una lontana percezione di figurazione o di movimento. Opere che in alcuni casi ricordano l'immagine fantasma, il curioso fenomeno dello "screen burn-in" presente nei vecchi display, per cui la figura in sovraimpressione lasciava una propria traccia sullo schermo anche dopo lo spegnimento.La mostra è basata su opere cardine dalle quali si diramano lavori e materiali di varia tipologia e grandezza, interconnessi tra di loro a formare una trama rappresentativa ed esplicativa del corpus dei sui lavori.
Ettore Pinelli (Modica, 1984), formatosi in Accademia di belle arti di Firenze, si diploma in pittura nel 2007 e in progettazione e cura degli allestimenti nel 2010, in collaborazione con il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
La sua ricerca è incentrata sull'osservazione dal punto di vista antropologico di aspetti relazionali della natura umana portati al limite. A partire da immagini, video ed iconografie ricavate dai media, evidenzia il rapporto interpersonale portato allo stremo e quello che l’uomo contemporaneo ha con l'informazione.
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