Giacomo Di Girolamo presenta il suo nuovo libro "Gomito di Sicilia" alla Feltrinelli di Palermo
Giacomo Di Girolamo presenta il suo nuovo libro "Gomito di Sicilia" (Laterza) alla Feltrinelli di Palermo, con un incontro in programma martedì 19 marzo. Interviene Gery Palazzotto.
La Sicilia è una sorgente inesauribile di storie che non ci si stanca mai di ascoltare, e non a caso i libri dedicati all’isola o in essa ambientati sono diventati quasi un genere letterario a sé. Lo scrittore e giornalista Giacomo Di Girolamo vive a Marsala e racconta un pezzo di Sicilia finora rimasto inesplorato, quell’angolo estremo che è la provincia di Trapani.
Dal vino Marsala, un tempo il liquore più famoso al mondo e oggi usato per la carne in scatola, all’abusivismo edilizio che si è mangiato tutta la costa. Dal mare dello Stagnone, che ora si sta prosciugando, ai tentativi quasi comici di costruire un monumento a Garibaldi degno della sua impresa. Dalla mafia che non uccide più ai turisti che si fermano in pellegrinaggio di fronte alla stele commemorativa della strage di Capaci. E ancora, dagli alberi di melograno che si sostituiscono alle viti cambiando paesaggio e abitudini, ai ragazzini in fuga dall’Africa che riempiono le piazze con i loro giochi. Ma il titolo è anche una geografia dell’assenza: qui come in tutto il Sud è in corso una grande fuga e sono scomparsi i ventenni, i trentenni, i quarantenni. È sparita una generazione, come se fossimo in guerra.
La Sicilia è una sorgente inesauribile di storie che non ci si stanca mai di ascoltare, e non a caso i libri dedicati all’isola o in essa ambientati sono diventati quasi un genere letterario a sé. Lo scrittore e giornalista Giacomo Di Girolamo vive a Marsala e racconta un pezzo di Sicilia finora rimasto inesplorato, quell’angolo estremo che è la provincia di Trapani.
Dal vino Marsala, un tempo il liquore più famoso al mondo e oggi usato per la carne in scatola, all’abusivismo edilizio che si è mangiato tutta la costa. Dal mare dello Stagnone, che ora si sta prosciugando, ai tentativi quasi comici di costruire un monumento a Garibaldi degno della sua impresa. Dalla mafia che non uccide più ai turisti che si fermano in pellegrinaggio di fronte alla stele commemorativa della strage di Capaci. E ancora, dagli alberi di melograno che si sostituiscono alle viti cambiando paesaggio e abitudini, ai ragazzini in fuga dall’Africa che riempiono le piazze con i loro giochi. Ma il titolo è anche una geografia dell’assenza: qui come in tutto il Sud è in corso una grande fuga e sono scomparsi i ventenni, i trentenni, i quarantenni. È sparita una generazione, come se fossimo in guerra.
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