Gli affreschi del Novelli voluti dai francescani: le visite alla Chiesa di Sant'Antonio da Padova di Palermo

La chiesa di Sant'Antonio da Padova a Palermo
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
Una chiesa nascosta per scoprire Pietro Novelli. La chiesa di Sant’Antonio da Padova, che i palermitani conoscono come Sant’Antonino, si trova all’incrocio tra la Porta di Vicari, corso Tukory e via Oreto.
La sua costruzione segue di pari passo quella del vicino convento (visita a parte, con gli affreschi appena restaurati), quindi comincia nel 1630 per volere dell’Ordine monastico degli Osservanti Riformati di San Francesco: Sant’Antonino era il punto di appoggio cittadino per la grande Casa francescana di Santa Maria di Gesù. Ha navata unica, aperta su cappelle e cappelline comunicanti tra loro.
Gli stucchi settecenteschi della volta a botte sono del Sanseverino, ma la bellezza sta tutta negli affreschi attribuiti a Pietro Novelli che raffigurano la vita di Antonio di Padova, ripresi dal pittore palermitano Antonio Velasco dopo che erano stati rovinati dall’umidità. Sull’abside lavorò invece il Borremans.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili.
Una chiesa nascosta per scoprire Pietro Novelli. La chiesa di Sant’Antonio da Padova, che i palermitani conoscono come Sant’Antonino, si trova all’incrocio tra la Porta di Vicari, corso Tukory e via Oreto.
La sua costruzione segue di pari passo quella del vicino convento (visita a parte, con gli affreschi appena restaurati), quindi comincia nel 1630 per volere dell’Ordine monastico degli Osservanti Riformati di San Francesco: Sant’Antonino era il punto di appoggio cittadino per la grande Casa francescana di Santa Maria di Gesù. Ha navata unica, aperta su cappelle e cappelline comunicanti tra loro.
Gli stucchi settecenteschi della volta a botte sono del Sanseverino, ma la bellezza sta tutta negli affreschi attribuiti a Pietro Novelli che raffigurano la vita di Antonio di Padova, ripresi dal pittore palermitano Antonio Velasco dopo che erano stati rovinati dall’umidità. Sull’abside lavorò invece il Borremans.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili.
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