Il capolavoro noir di Truffaut torna al cinema: "La sposa in nero" al Rouge et Noir di Palermo
Jeanne Moreau
Il gioiello nero di Francois Truffaut, l’omaggio esplicito al cinema americano poliziesco e soprattutto alla lezione del grande Hitchcock: "La sposa in nero", (La mariée était en noir, 1968), lunedì 7 ottobre al Supercineclub del Rouge et Noir.
Tratto, con ampia libertà, da un racconto dello scrittore noir americano Cornell Woolrich, "La sposa in nero", pur fedele alla grammatica del poliziesco classico, se ne differenzia però in quanto a sintassi e creatività.
La lezione di Hitchcock, insomma, viene in qualche modo destrutturata, se non proprio dissacrata, con l’aggiunta di quegli elementi emotivi e sentimentali forza espressiva della Nouvelle Vague, pervasi tra l’altro da leggerezza e ironia. È decisamente, quindi, un noir “alla Truffaut”.
L’indimenticabile protagonista femminile è la musa del cinema francese Jeanne Moreau che domina sin dall’inizio lo schermo e che vedremo in tutte le declinazioni possibili: foto stampata da una rotativa nei titoli di testa, misteriosa apparizione in abito da sera in un soleggiato mattino, elegante signora a teatro, provocante ragazza equivoca, dea della caccia, enigmatico ritratto a carboncino.
A completare il quadro stilistico, l’uso delle musiche di Bernard Herrmann, lo stesso straordinario autore delle colonne sonore ansiogene di Alfred Hitchcock.
Alle 20.30 la presentazione di Gian Mauro Costa e Sandro Volpe.
Tratto, con ampia libertà, da un racconto dello scrittore noir americano Cornell Woolrich, "La sposa in nero", pur fedele alla grammatica del poliziesco classico, se ne differenzia però in quanto a sintassi e creatività.
La lezione di Hitchcock, insomma, viene in qualche modo destrutturata, se non proprio dissacrata, con l’aggiunta di quegli elementi emotivi e sentimentali forza espressiva della Nouvelle Vague, pervasi tra l’altro da leggerezza e ironia. È decisamente, quindi, un noir “alla Truffaut”.
L’indimenticabile protagonista femminile è la musa del cinema francese Jeanne Moreau che domina sin dall’inizio lo schermo e che vedremo in tutte le declinazioni possibili: foto stampata da una rotativa nei titoli di testa, misteriosa apparizione in abito da sera in un soleggiato mattino, elegante signora a teatro, provocante ragazza equivoca, dea della caccia, enigmatico ritratto a carboncino.
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Avendo informato lo spettatore e facendolo diventare complice, Truffaut rende ancora più intensa l’attesa dell’esito finale della vicenda. Truffaut alterna agli omicidi l’inserimento di flash-back che, a poco a poco, svelano la scena madre da cui tutto ha preso le mosse: una cerimonia nuziale da una parte, una partita a poker tra un gruppo di balordi dall’altra. Un must, quello della donna vendicatrice, che sarà preso a modello da tanti autori nel corso degli anni, sino ad arrivare al "Kill Bill" di Tarantino.A completare il quadro stilistico, l’uso delle musiche di Bernard Herrmann, lo stesso straordinario autore delle colonne sonore ansiogene di Alfred Hitchcock.
Alle 20.30 la presentazione di Gian Mauro Costa e Sandro Volpe.
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