"Il cielo in una stanza": romanticismo, costruzione e distruzione nello spettacolo in scena al Libero
											Una scena di "Il cielo in una stanza"
					Prende il nome da una celebre canzone romantica degli anni Sessanta il nuovo spettacolo in programma al Teatro Libero di Palermo dal 17 al 19 gennaio: si tratta di "Il cielo in una stanza".
Inquadrato nella stagione artistica #Inoltrarsi del Teatro Libero di Palermo, lo spettacolo è di Armando Pirozzi e Emanuele Valenti, ed è prodotto da Punta Corsara Napoli-Fondazione Teatro di Napoli e Teatro Bellini di Roma. Sul palco salgono Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Sergio Longobardi, Valeria Pollice, Emanuele Valenti e Gianni Vastarella.
Partendo da quella canzone d'amore che abbatte le pareti di una stanza, la storia racconta di un amore nato in un luogo intimo, privato, come la propria casa. Se però questa casa crolla, cosa resta del sogno romantico, cosa resta della giovane coppia che l’ha sognato e cosa diventa quel luogo che il crollo ha portato via?
Forse una stanza, appunto. Una parte di un edificio degli anni immediatamente precedenti, gli anni Cinquanta, magari a Napoli, in cui, proprio attraverso la costruzione e distruzione, si avviava un processo di trasformazione sociale, secondo un piano regolatore delle esistenze che guardava al futuro e irrimediabilmente stravolgeva le identità conosciute.
Dall’emigrazione in Svizzera alla speculazione edilizia, viste secondo le logiche dell’evocazione, lo spettacolo si fa racconto, una rivisitazione allucinata della classica commedia eduardiana in tre atti che comincia proprio da qui: il cielo, con il crollo, è entrato veramente nella stanza, che ora davvero "non ha più pareti".
				
									Inquadrato nella stagione artistica #Inoltrarsi del Teatro Libero di Palermo, lo spettacolo è di Armando Pirozzi e Emanuele Valenti, ed è prodotto da Punta Corsara Napoli-Fondazione Teatro di Napoli e Teatro Bellini di Roma. Sul palco salgono Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Sergio Longobardi, Valeria Pollice, Emanuele Valenti e Gianni Vastarella.
Partendo da quella canzone d'amore che abbatte le pareti di una stanza, la storia racconta di un amore nato in un luogo intimo, privato, come la propria casa. Se però questa casa crolla, cosa resta del sogno romantico, cosa resta della giovane coppia che l’ha sognato e cosa diventa quel luogo che il crollo ha portato via?
Forse una stanza, appunto. Una parte di un edificio degli anni immediatamente precedenti, gli anni Cinquanta, magari a Napoli, in cui, proprio attraverso la costruzione e distruzione, si avviava un processo di trasformazione sociale, secondo un piano regolatore delle esistenze che guardava al futuro e irrimediabilmente stravolgeva le identità conosciute.
Dall’emigrazione in Svizzera alla speculazione edilizia, viste secondo le logiche dell’evocazione, lo spettacolo si fa racconto, una rivisitazione allucinata della classica commedia eduardiana in tre atti che comincia proprio da qui: il cielo, con il crollo, è entrato veramente nella stanza, che ora davvero "non ha più pareti".
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