Il gioiello barocco dove pregavano gli staffieri: alla scoperta della Chiesa dell'Angelo Custode

Chiesa dell'Angelo Custode di Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
La Chiesa del Sant'Angelo Custode è una chiesetta quasi sconosciuta realizzata dalla confraternita degli Staffieri, cioè coloro che aiutavano i cavalieri a montare in sella reggendo la staffa. Costituitasi nel 1699, la confraternita, all’inizio,non ebbe un proprio luogo di culto, ma fu ospitata nella chiesa della Madonna delle Raccomandate e poi in quella della Madonna dell'Itria alla Ferraria, entrambe perdute e oggi solo un ricordo.
Nel 1701 gli Staffieri decisero di rendersi autonomi, costruendo un’altra chiesa. Negli anni successivi vollero edificarne una ancora più grande, sopra quella già esistente che fu trasformata in cripta. La chiesa è un esempio di architettura post-barocca, con rampe di scale, stucchi e quadri settecenteschi. Due elementi molto interessanti sono la cantoria in legno, all'ingresso, tra rococò eneoclassico, e un magnifico crocifisso di legno e cartapesta.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
La Chiesa del Sant'Angelo Custode è una chiesetta quasi sconosciuta realizzata dalla confraternita degli Staffieri, cioè coloro che aiutavano i cavalieri a montare in sella reggendo la staffa. Costituitasi nel 1699, la confraternita, all’inizio,non ebbe un proprio luogo di culto, ma fu ospitata nella chiesa della Madonna delle Raccomandate e poi in quella della Madonna dell'Itria alla Ferraria, entrambe perdute e oggi solo un ricordo.
Nel 1701 gli Staffieri decisero di rendersi autonomi, costruendo un’altra chiesa. Negli anni successivi vollero edificarne una ancora più grande, sopra quella già esistente che fu trasformata in cripta. La chiesa è un esempio di architettura post-barocca, con rampe di scale, stucchi e quadri settecenteschi. Due elementi molto interessanti sono la cantoria in legno, all'ingresso, tra rococò eneoclassico, e un magnifico crocifisso di legno e cartapesta.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
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