Il maestoso Colosseo nero per spettacoli e Naumachie: le visite all'Anfiteatro romano di Catania

L'anfiteatro romano di Catania
Katane – questo uno dei nomi d’origine di Catania, che in greco antico significa “grattugia”, probabilmente per le irregolarità del territorio lavico su cui sorge – fu distrutta più volte da eruzioni, terremoti e invasioni. Quella che vediamo oggi è il risultato dell’ultima splendida ricostruzione del 1693. "Le Vie dei Tesori", quest’anno dal 4 ottobre al 3 novembre, apre oltre quaranta luoghi: anfiteatri, chiese, cupole, palazzi nobiliari: un’occasione unica per scoprire una città dall’inconsueta bellezza.
I catanesi lo chiamano “il Colosseo nero”. Per imponenza, infatti, è secondo soltanto all’originale romano e l’impronta dell’Etna si vede chiaramente poiché il materiale usato fu proprio la lava, ricoperta di marmo bianco.
Il maestoso anfiteatro venne edificato a ridosso della collina Montevergine, in età imperiale, nel II-III secolo dopo Cristo. Era in grado di accogliere 15 mila spettatori.
Aveva 32 ordini di posti, una cavea con quattordici gradoni e forse pure una copertura con grandi teli per riparare il pubblico dal sole o dalla pioggia. Si tramanda che qui si svolgessero le Naumachie, spettacolari battaglie navali, facendo confluire le acque del fiume Amenano.
Oggi i ruderi dell’anfiteatro fanno parte del Parco archeologico greco-romano nel centro storico della città.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
I catanesi lo chiamano “il Colosseo nero”. Per imponenza, infatti, è secondo soltanto all’originale romano e l’impronta dell’Etna si vede chiaramente poiché il materiale usato fu proprio la lava, ricoperta di marmo bianco.
Il maestoso anfiteatro venne edificato a ridosso della collina Montevergine, in età imperiale, nel II-III secolo dopo Cristo. Era in grado di accogliere 15 mila spettatori.
Aveva 32 ordini di posti, una cavea con quattordici gradoni e forse pure una copertura con grandi teli per riparare il pubblico dal sole o dalla pioggia. Si tramanda che qui si svolgessero le Naumachie, spettacolari battaglie navali, facendo confluire le acque del fiume Amenano.
Oggi i ruderi dell’anfiteatro fanno parte del Parco archeologico greco-romano nel centro storico della città.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
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