"Il martire ucciso dai pirati e la sorgente d'acqua prodigiosa": visita alla Chiesa di San Giovanni di Malta a Messina
Un particolare della Chiesa di San Giovanni di Malta a Messina
Viene ricostruita la vera anima liberty della Messina di inizio secolo, attraverso le ville private, i palazzetti storici, persino il Circolo della Borsa (inedito anche per i messinesi).
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
La chiesetta di San Giovanni di Malta è legata alla storia di un martire cristiano al quale la Città è molto devota. Placido nacque nel 515, da un nobile romano e dalla messinese Faustina. Colto da profonda vocazione rinunciò ai suoi beni. Venne inviato in Sicilia e fondò, nel 535, il primo monastero benedettino dell’Isola, ma nel 541 trovò la morte, con la sorella Flavia, i fratelli Eutichio e Vittorino e una trentina di monaci.
Fu infatti torturato e ucciso dai pirati turchi, proprio nel luogo di culto che finì incendiato e verrà poi ricostruito in epoca normanna e di nuovo nel 1588. Dopo il ritrovamento delle reliquie, compresa la lingua del santo in un vasetto, e la scoperta di una sorgente d’acqua ritenuta miracolosa, il sito divenne meta di pellegrinaggi. Da qui, nel 1608, passò anche Caravaggio in fuga da Malta, sotto la protezione del Gran Priorato di Sicilia dei Cavalieri di Malta, che si era insediato nell’antico complesso religioso. La chiesa rinascimentale, più volte ristrutturata, fu drasticamente “tagliata” dopo il 1908 per far spazio al palazzo della Prefettura.
La visita ha una durata di 45 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili.
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
La chiesetta di San Giovanni di Malta è legata alla storia di un martire cristiano al quale la Città è molto devota. Placido nacque nel 515, da un nobile romano e dalla messinese Faustina. Colto da profonda vocazione rinunciò ai suoi beni. Venne inviato in Sicilia e fondò, nel 535, il primo monastero benedettino dell’Isola, ma nel 541 trovò la morte, con la sorella Flavia, i fratelli Eutichio e Vittorino e una trentina di monaci.
Fu infatti torturato e ucciso dai pirati turchi, proprio nel luogo di culto che finì incendiato e verrà poi ricostruito in epoca normanna e di nuovo nel 1588. Dopo il ritrovamento delle reliquie, compresa la lingua del santo in un vasetto, e la scoperta di una sorgente d’acqua ritenuta miracolosa, il sito divenne meta di pellegrinaggi. Da qui, nel 1608, passò anche Caravaggio in fuga da Malta, sotto la protezione del Gran Priorato di Sicilia dei Cavalieri di Malta, che si era insediato nell’antico complesso religioso. La chiesa rinascimentale, più volte ristrutturata, fu drasticamente “tagliata” dopo il 1908 per far spazio al palazzo della Prefettura.
La visita ha una durata di 45 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili.
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