Il monastero costruito per la badessa borghese: visite alla Chiesa di Santo Stefano di Marsala

La Chiesa di Santo Stefano di Marsala (foto di Igor Petyx)
Apre le porte al pubblico la Chiesa di Santo Stefano, che fa parte del complesso monastico costruito tra il 1603 e il 1607 sul sito dell’antica dimora della nobile famiglia Ferro, probabilmente sede degli antichi pretori romani (dove avrebbe soggiornato anche Ponzio Pilato), poi utilizzato dai Saraceni come sede del governo.
Nel 16esimo secolo venne acquistato dal ricchissimo mercante di granaglie Stefano Frisella che, amareggiato dal fatto di non avere avuto un erede maschio, fondò un monastero per la figlia Francesca, esclusa, per le sue origini borghesi, dal più prestigioso Monastero di San Pietro che accoglieva solo fanciulle nobili. Frisella affidò il convento alle Agostiniane Scalze e Francesca fu nominata badessa.
La chiesa, a navata unica, rispetta la concezione di teatro sacro barocco, con gli addobbi di stucchi dello scultore marsalese Vincenzo Giglio che sembra attingere dalla scuola del Serpotta. Una scala conduce a un camminamento che durante l’ultima guerra venne utilizzato come ricovero.
A Marsala sono 21 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione nei giorni 15 e 29 settembre da Palermo a Marsala, al costo di 15 euro.
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