Il primo sepolcro di Sant’Agata scavato nella lava: a Catania le visite alla chiesa di San Gaetano alle Grotte

la chiesa di San Gaetano alle Grotte di Catania (foto di Igor Petyx)
Katane – questo uno dei nomi d’origine di Catania, che in greco antico significa “grattugia”, probabilmente per le irregolarità del territorio lavico su cui sorge – fu distrutta più volte da eruzioni, terremoti e invasioni. Quella che vediamo oggi è il risultato dell’ultima splendida ricostruzione del 1693. "Le Vie dei Tesori", quest’anno dal 4 ottobre al 3 novembre, apre oltre quaranta luoghi: anfiteatri, chiese, cupole, palazzi nobiliari: un’occasione unica per scoprire una città dall’inconsueta bellezza.
È una chiesa piena di leggende quella di San Gaetano alle Grotte. La più suggestiva è legata alla figura di Sant’Agata: sembra che le spoglie della patrona di Catania furono qui custodite dalla sua morte fino alla sepoltura nella Vetere nel 264.
La chiesa, la prima dedicata al culto mariano in città, prende il nome dal tempio ipogeo del II secolo dopo Cristo che si nasconde sotto l’edificio: una grotta di origine lavica in cui si possono ancora ammirare tracce degli affreschi dedicati alla Madonna e la struttura dell’altare originario con una colonna rimasta integra. Sempre all’interno della cripta, dedicata a Santa Maria di Betlemme, è presente una delle prime fonti battesimali in pietra lavica e un vecchio pozzo sotto cui scorre il torrente Larmisi.
La chiesa superiore fu distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita dopo più di cent’anni nel 1801 così come si presenta oggi in piazza Carlo Alberto, davanti allo storico mercato.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 15-20 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
È una chiesa piena di leggende quella di San Gaetano alle Grotte. La più suggestiva è legata alla figura di Sant’Agata: sembra che le spoglie della patrona di Catania furono qui custodite dalla sua morte fino alla sepoltura nella Vetere nel 264.
La chiesa, la prima dedicata al culto mariano in città, prende il nome dal tempio ipogeo del II secolo dopo Cristo che si nasconde sotto l’edificio: una grotta di origine lavica in cui si possono ancora ammirare tracce degli affreschi dedicati alla Madonna e la struttura dell’altare originario con una colonna rimasta integra. Sempre all’interno della cripta, dedicata a Santa Maria di Betlemme, è presente una delle prime fonti battesimali in pietra lavica e un vecchio pozzo sotto cui scorre il torrente Larmisi.
La chiesa superiore fu distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita dopo più di cent’anni nel 1801 così come si presenta oggi in piazza Carlo Alberto, davanti allo storico mercato.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 15-20 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
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