Il Santo "pilusu" tra devozione e leggenda: a Palermo si celebra Sant'Onofrio Eremita
La statua lignea raffigurante Sant'Onofrio detto "u pilusu"m conservata nell'omonima chiesa di Palermo
A Palermo si rinnova una delle celebrazioni più antiche della città, che ogni anno attira tanti devoti palermitani e non solo: è la solennità di Sant'Onofrio Eremita, detto u Pilusu, antico patrono della città (leggi il programma).
La festa, che si svolge nell'omonimo oratorio al Capo e che quest'anno celebra i 470 anni della nascita della Confraternita, prende il via il 10 giugno e prosegue per tutta la settimana tra celebrazioni eucaristiche, momenti di preghiera e spettacolo.
In particolare il 12 giugno, nel giorno della solennità, alle 10.30 si svolge la Santa Messa dedicata a Sant'Onofrio, mentre il momento centrale delle celebrazioni è l'attesa processione dell'antica statua lignea cinquecentesca, opera attribuita al Cieco di Palermo, che si svolge sabato 16 giugno alle 16.30.
Secondo la tradizione i devoti si rivolgono a Sant’Onofrio per trovare marito oppure per ritrovare le cose perdute.
All'iconografia del Santo si deve il nomignolo u Pilusu. La leggenda narra che durante il suo eremitaggio fu protagonista di un miracolo: non avendo di che vestire, fu ricoperto interamente dai propri capelli, riuscendo così a sopravvivere alle intemperie.
La festa, che si svolge nell'omonimo oratorio al Capo e che quest'anno celebra i 470 anni della nascita della Confraternita, prende il via il 10 giugno e prosegue per tutta la settimana tra celebrazioni eucaristiche, momenti di preghiera e spettacolo.
In particolare il 12 giugno, nel giorno della solennità, alle 10.30 si svolge la Santa Messa dedicata a Sant'Onofrio, mentre il momento centrale delle celebrazioni è l'attesa processione dell'antica statua lignea cinquecentesca, opera attribuita al Cieco di Palermo, che si svolge sabato 16 giugno alle 16.30.
Secondo la tradizione i devoti si rivolgono a Sant’Onofrio per trovare marito oppure per ritrovare le cose perdute.
All'iconografia del Santo si deve il nomignolo u Pilusu. La leggenda narra che durante il suo eremitaggio fu protagonista di un miracolo: non avendo di che vestire, fu ricoperto interamente dai propri capelli, riuscendo così a sopravvivere alle intemperie.
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