"Immortal Zugzwang +": a Noto il senso della ricerca umana nella mostra di Agatino Raciti
Dettaglio di un'opera visibile alla mostra
L’artista siciliano Agatino Raciti espone per la prima volta a Noto con una mostra personale che raccoglie la sua ultima produzione, in cui il leitmotiv imprescindibile è lo “zugzwang” ovvero la perenne possibilità di movimento che la vita ci offre come privilegio ma che ci fa pagare mettendoci inevitabilmente in “scacco”.
Agatino Raciti sceglie infatti di interrogare il visitatore sul senso della ricerca umana, attraverso un viaggio che trasfigura il dolore in dimensioni di nuova profondità: come il ricorso a sostanze allucinogene può introdurre in una diversa realtà sensoriale, così come il mistero legato agli eventi delle ultime ore terrene del Cristo costituisce la maggiore sfida per l’essere umano, chiamato ad interrogarsi su ciò che può avvenire dopo la morte.
Quadri di grandi dimensioni, caratterizzano l’ultima produzione, la cui matrice risale alla celeberrima ultima cena di Leonardo da Vinci, attualizzata in una chiave personale, che porta le tracce della formazione dell’artista e della sua ricerca sulla figura umana, scandagliata in tutto il corso della sua carriera.
La scelta di far girare le due grandi tele (LSD red e LSD blackward) sopra le teste dei visitatori come un perenne movimento che mette in risalto la maestosità delle stesse con la drammaticità di quei momenti vissuti da Cristo rappresentato da un corvo inteso come perno iconografico, storicamente collegato al mito del traghettamento delle anime verso “altri mondi”.
Alle opere rappresentanti le cinque “ultime cene” si affianca la nuova serie di opere dedicata alla leggenda di Caino e Abele intesa come disorientamento emozionale di una serie di fotogrammi sovrapposti che non fanno altro che rendere plasticamente la sensualità del gesto.
Agatino Raciti sceglie infatti di interrogare il visitatore sul senso della ricerca umana, attraverso un viaggio che trasfigura il dolore in dimensioni di nuova profondità: come il ricorso a sostanze allucinogene può introdurre in una diversa realtà sensoriale, così come il mistero legato agli eventi delle ultime ore terrene del Cristo costituisce la maggiore sfida per l’essere umano, chiamato ad interrogarsi su ciò che può avvenire dopo la morte.
Quadri di grandi dimensioni, caratterizzano l’ultima produzione, la cui matrice risale alla celeberrima ultima cena di Leonardo da Vinci, attualizzata in una chiave personale, che porta le tracce della formazione dell’artista e della sua ricerca sulla figura umana, scandagliata in tutto il corso della sua carriera.
La scelta di far girare le due grandi tele (LSD red e LSD blackward) sopra le teste dei visitatori come un perenne movimento che mette in risalto la maestosità delle stesse con la drammaticità di quei momenti vissuti da Cristo rappresentato da un corvo inteso come perno iconografico, storicamente collegato al mito del traghettamento delle anime verso “altri mondi”.
Alle opere rappresentanti le cinque “ultime cene” si affianca la nuova serie di opere dedicata alla leggenda di Caino e Abele intesa come disorientamento emozionale di una serie di fotogrammi sovrapposti che non fanno altro che rendere plasticamente la sensualità del gesto.
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