Inaugurazione della mostra "Finché vita non ci separi" e del nuovo centro espositivo di Cinisi
Al primo piano di Corso Umberto I 45/47, inaugura sabato 21 dicembre, un nuovo spazio espositivo nel Comune di Cinisi, dedicato all'arte contemporanea e gestito dall'artista Cesare Inzerillo, con la mostra d'apertura dal titolo "Finché vita non ci separi", il cui allestimento, curato con Nicola Sferruzza, vedrà esposte, oltre alle sculture di Inzerillo stesso, le opere di Marilena Manzella per la pittura, di Gaspare Palazzolo per la fotografia e di Cristina Sbacchi per la scrittura.
«Con "Finché vita non ci separi" - scrive Eliana Urbano Raimondi, nel testo a corredo dell'esposizione - Cesare Inzerillo non poteva che eleggere miglior manifesto di poetica, dichiarazione d'intenti che si fa portavoce di un gruppo di solisti differenti, eppure armoniosamente affini, i cui lavori vengono presentati in sette blocchi espositivi, risuonanti di acuta melodia visiva.
Sette come i Sacramenti, soglie di passaggio che scandiscono la vita religiosa che, con tutto il portato antropologico dei suoi riti e rituali, intride copiosamente i meandri della mostra. Sette brani collettivi, ciascuno dei quali mette di volta in volta in luce una delle declinazioni del coacervo di tematiche attorno a cui ruota l'allestimento: dal matrimonio al disincanto di una fiaba senza lieto fine, dalle processioni di paese alla preghiera privata, dal lirismo del frugale e dalla valorizzazione dei mestieri perduti, fino alle gesta vanagloriose dei paladini di Francia».
La mostra resterà visitabile fino al 31 gennaio 2020, dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16.45 alle 21.30; la domenica su appuntamento.
«Con "Finché vita non ci separi" - scrive Eliana Urbano Raimondi, nel testo a corredo dell'esposizione - Cesare Inzerillo non poteva che eleggere miglior manifesto di poetica, dichiarazione d'intenti che si fa portavoce di un gruppo di solisti differenti, eppure armoniosamente affini, i cui lavori vengono presentati in sette blocchi espositivi, risuonanti di acuta melodia visiva.
Sette come i Sacramenti, soglie di passaggio che scandiscono la vita religiosa che, con tutto il portato antropologico dei suoi riti e rituali, intride copiosamente i meandri della mostra. Sette brani collettivi, ciascuno dei quali mette di volta in volta in luce una delle declinazioni del coacervo di tematiche attorno a cui ruota l'allestimento: dal matrimonio al disincanto di una fiaba senza lieto fine, dalle processioni di paese alla preghiera privata, dal lirismo del frugale e dalla valorizzazione dei mestieri perduti, fino alle gesta vanagloriose dei paladini di Francia».
La mostra resterà visitabile fino al 31 gennaio 2020, dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16.45 alle 21.30; la domenica su appuntamento.
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