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"Io, Sarah. Ultime ore di Sarah Kane": una storia d'amore e solitudine al Teatro dei 3 Mestieri di Messina

  • Umane Imperfezioni
  • Teatro dei 3 mestieri - Messina
  • Dal 18 al 19 ottobre 2019 (evento concluso)
  • 21.00
  • 12 euro
  • Info e prenotazioni allo 090 622505
"Io, Sarah. Ultime ore di Sarah Kane" inaugura venerdì 18 ottobre alle 21 (con replica sabato 19 allo stesso orario), la stagione “Umane Imperfezioni” del Teatro dei 3 Mestieri di Messina.

Protagonista l’attrice Alice Sgroi che interpreta una grande e terribile storia d’amore e solitudine, mentre la regia è affidata a Giovanni Arezzo. Lo spettacolo narra una storia d’amore matto e disperatissimo. L’amore sa dare la vita, ma sa anche toglierla, sa guarire le ferite dell’anima o colpirla –l’anima –a morte. È questo amore estremo e straziante la goccia di veleno che ha fatto traboccare il vaso già colmo di disagio e lacrime di Sarah.

Sarah è Sarah Kane, drammaturga inglese tra le più sconvolgenti e importanti per la drammaturgia contemporanea, oltre che per la mia storia artistica, che a ventotto anni ha deciso di togliersi la vita. Presentazione spettacolo: Tratto dal romanzo di Francesca Auteri, "Io, Sarah. Ultime ore di Sarah Kane" è un monologo post-mortem in cui a parlare è Sarah Kane, drammaturga inglese morta suicida a ventotto anni, uccisa dalla solitudine e dalla mancanza di amore.
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Dopo essersi strangolata con i lacci delle sue scarpe nel bagno dell’ospedale psichiatrico in cui era ricoverata, nel tentativo di liberarsi delle sue ossessioni, Sarah – non-morta e in un non-luogo definito solo dallo scorrere del tempo – si ritrova a dover fare i conti con i suoi mostri, perseguitata dai pensieri che sono stati causa del suo stesso suicidio. Tra ricordi, visioni e rimandi al suo teatro, Io, Sarah è un viaggio intimo tra le riflessioni di una donna appassionata e fragile, tanto capace di dare amore quanto desiderosa di riceverne, in bilico tra dannazione e salvezza, e che si ritrova costretta a dover decidere il proprio destino anche dopo la morte. Sarah è già morta, Sarah è appena morta.

Eppure pensa e parla e soffre e vuole fumare. Uno scarafaggio, una crepa sul muro, un foglio di carta con su scritta una lettera, sono i suoi unici interlocutori. E poi c’è lei, l’altra. L’amore infinito di Sarah, il suo centro e la sua musa. Nominata e invocata e maledetta, continuamente. Però, lei, in realtà non c’è, ed è proprio questo il dramma. Lei che c’era ma non abbastanza, che si fa aspettare invano, che sa amare ma non vuole, o vuole amare ma non sa.

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