L'antico maniero di re, nobildonne e cavalieri: visita al Castello Ursino di Catania
Castello Ursino a Catania
I camminamenti segreti da cui le suore guardavano senza essere viste; le cappelle inedite e i saloni aperti di rado di un luogo invece conosciutissimo come è la cattedrale di sant'Agata; tre complessi termali che affondano negli anni antichi: sarà un viaggio dall͛alto e dal basso, quello che "Le Vie dei Tesori" condurrà nel cuore antico di Catania.
Dal 19 ottobre al 4 novembre, per tre weekend, la manifestazione racconterà alla sua maniera 32 luoghi scelti con cura certosina con la collaborazione di tutte le istituzioni e di privati e realtà d'eccellenza della città, rintracciando siti che saranno una scoperta anche per gli stessi catanesi.
Voluto dall’imperatore svevo Federico II, nell’ambito di un piano difensivo a protezione della Sicilia orientale, il Castello Ursino diventò in epoche successive residenza di sovrani, viceré e potenti nobili. Fu perfino sede di Parlamento, dopo rivolte e rivoluzioni, e una parte venne adibita a prigione con anguste celle e condizioni disumane, come attestato da numerose testimonianze e dagli stessi graffiti dei carcerati.
L’antica fortezza – l’origine del nome è ancora controversa – subì gravi danni tra terremoti e colate laviche, ma riuscì a resistere, se pur ricostruita. Dal 1939 il castello è stato acquisito dal Comune che lo ha restaurato e trasformato in Museo civico, custodendo soprattutto le raccolte Biscari e dei Benedettini. Negli anni scorsi nuovi interventi di riqualificazione.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
Dal 19 ottobre al 4 novembre, per tre weekend, la manifestazione racconterà alla sua maniera 32 luoghi scelti con cura certosina con la collaborazione di tutte le istituzioni e di privati e realtà d'eccellenza della città, rintracciando siti che saranno una scoperta anche per gli stessi catanesi.
Voluto dall’imperatore svevo Federico II, nell’ambito di un piano difensivo a protezione della Sicilia orientale, il Castello Ursino diventò in epoche successive residenza di sovrani, viceré e potenti nobili. Fu perfino sede di Parlamento, dopo rivolte e rivoluzioni, e una parte venne adibita a prigione con anguste celle e condizioni disumane, come attestato da numerose testimonianze e dagli stessi graffiti dei carcerati.
L’antica fortezza – l’origine del nome è ancora controversa – subì gravi danni tra terremoti e colate laviche, ma riuscì a resistere, se pur ricostruita. Dal 1939 il castello è stato acquisito dal Comune che lo ha restaurato e trasformato in Museo civico, custodendo soprattutto le raccolte Biscari e dei Benedettini. Negli anni scorsi nuovi interventi di riqualificazione.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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