L'impegno politico tra ingenuità e follia: al Teatro Biondo in scena "La pazza di Chaillot"
Un momento dello spettacolo "La pazza di Chaillot" di Jean Giraudoux
A Parigi vive una donna un po’ stravagante, un po’ fuori dal mondo, ma amata da tutte le persone umili del suo quartiere: quando intuisce che un gruppo di cinici industriali e finanzieri hanno scoperto immensi giacimenti di petrolio nel sottosuolo e intendono distruggere la città per riuscire a sfruttarli, non può esimersi dall’intervenire.
Questi gli elementi de "La pazza di Chaillot" che debutta nella Sala Grande del teatro Biondo martedì 8 marzo (in replica fino al 13 marzo).
Questa donna molto particolare convoca allora altre amiche – come lei al limite fra normalità e follia – e assieme ad un gruppo di personaggi poetici, borderline, ma ricchi di passione e verità, decide di sequestrare e giustiziare quegli uomini aridi e avventurieri.
«Jean Giraudoux – commenta il regista Franco Però – nel 1943, durante l’occupazione tedesca, scrive, quasi a premonizione dei tempi a venire, questa folle, ecologica, politica, poetica ed ingenua commedia fantastica; ne La folle de Chaillot c’è tanta consapevolezza della direzione che avrebbero preso le nostre società».
Il regista riflette su come oggi, soprattutto per i giovani, l’impegno politico e civile si sia allontanato dai modelli tradizionali per legarsi invece proprio ai temi e alle idealità evocati dallo spettacolo: le fragilità del pianeta, le speculazioni che minano il futuro. Questioni che esigono una risposta immediata.
Questi gli elementi de "La pazza di Chaillot" che debutta nella Sala Grande del teatro Biondo martedì 8 marzo (in replica fino al 13 marzo).
Questa donna molto particolare convoca allora altre amiche – come lei al limite fra normalità e follia – e assieme ad un gruppo di personaggi poetici, borderline, ma ricchi di passione e verità, decide di sequestrare e giustiziare quegli uomini aridi e avventurieri.
«Jean Giraudoux – commenta il regista Franco Però – nel 1943, durante l’occupazione tedesca, scrive, quasi a premonizione dei tempi a venire, questa folle, ecologica, politica, poetica ed ingenua commedia fantastica; ne La folle de Chaillot c’è tanta consapevolezza della direzione che avrebbero preso le nostre società».
Il regista riflette su come oggi, soprattutto per i giovani, l’impegno politico e civile si sia allontanato dai modelli tradizionali per legarsi invece proprio ai temi e alle idealità evocati dallo spettacolo: le fragilità del pianeta, le speculazioni che minano il futuro. Questioni che esigono una risposta immediata.
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