L'onirico viaggio di un mendicante cieco e uno zoppo: "Il gatto e la luna" al teatro Atlante
Mariangela Berazzi e Vincenzo Mercurio
Un mendicante cieco e uno zoppo sono in viaggio alla ricerca di un Santo: sono i protagonisti di "Il gatto e la luna", divertente farsa in quattro scene tratta da William Butler Yeats in scena il 15 e il 16 febbraio nella nuova sede del teatro Atlante di Palermo (via della Vetriera 23, traversa di via Alloro).
La piéce, diretta da Claudio La Camera (Teatro Proskenion) nell'adattamento di Maria Ficara, vede in scena gli attori Mariangela Berazzi e Vincenzo Mercurio e il chitarrista Bruno Paura, con le maschere create da Fabio Butera e le scenografie di Antonella Bellocchio e Rossano Farabbi.
Non si sa se è la scena inventata da due amici clown per passare il tempo o se siano veramente due poveri. Non si sa neanche se la loro ricerca sia autentica o se sono costretti a inventarsi delle mete perché possiedono solo la presenza dell’altro per andare avanti.
Di certo è che dicono di cercare la famosa fonte, a cui arrivano con il loro modo di viaggiare: lo zoppo guida con la sua vista il cieco che lo porta sulle spalle.
Cantano e discutono, il cieco cantando e parlando della luna come se la vedesse, lo zoppo del gatto di cui è convinto poter eseguire i movimenti agili.
Scenografia e atmosfere evocative che portano lo spettatore in una bolla spazio-temporale lontana dal reale, qualcosa di più vicino al sogno, sensazione rimarcata dalla forte presenza della musica, rigorosamente eseguita dal vivo, che entra prepotentemente nel testo parlato, a volte sostituendosi a esso.
La piéce, diretta da Claudio La Camera (Teatro Proskenion) nell'adattamento di Maria Ficara, vede in scena gli attori Mariangela Berazzi e Vincenzo Mercurio e il chitarrista Bruno Paura, con le maschere create da Fabio Butera e le scenografie di Antonella Bellocchio e Rossano Farabbi.
Non si sa se è la scena inventata da due amici clown per passare il tempo o se siano veramente due poveri. Non si sa neanche se la loro ricerca sia autentica o se sono costretti a inventarsi delle mete perché possiedono solo la presenza dell’altro per andare avanti.
Di certo è che dicono di cercare la famosa fonte, a cui arrivano con il loro modo di viaggiare: lo zoppo guida con la sua vista il cieco che lo porta sulle spalle.
Cantano e discutono, il cieco cantando e parlando della luna come se la vedesse, lo zoppo del gatto di cui è convinto poter eseguire i movimenti agili.
Scenografia e atmosfere evocative che portano lo spettatore in una bolla spazio-temporale lontana dal reale, qualcosa di più vicino al sogno, sensazione rimarcata dalla forte presenza della musica, rigorosamente eseguita dal vivo, che entra prepotentemente nel testo parlato, a volte sostituendosi a esso.
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