L'oscuro legame tra vita e morte narrato da Sartre: "Il Muro" in scena al Sant'Eugenio
L'attore Vincenzo Pepe
L'oscuro ma intrinseco rapporto tra ogni essere umano e la morte è al centro de "Il Muro", spettacolo liberamente ispirato all'omonima opera di Jean-Paul Sartre e portata in scena dall'attore Vincenzo Pepe al Teatro Sant'Eugenio di Palermoo, giovedì 14 marzo alle 21.15.
"Il Muro" dello scrittore e filosofo francese è una raccolta di cinque racconti profondamente inquietanti che mettono a nudo vergogne, velleità e viltà che spesso l'uomo contemporaneo riesce a mimetizzare.
Al Sant'Eugenio la narrazione vede come protagonista Vincenzo Pepe, nell'adattamento di Fabiola Arculeo e con le voci di Giuseppe Battiloro, Rachele Burgio, Valerio Burgio, Grazia Campo, Michele Di Marco, Loredana Falzone, Felice Napolitano, Elena Pistillo, Calogero Salamone e Salvatore Salerno, la voce fuori campo di Mario Pupella e musiche e suoni di Sabù Alaimo e Giuseppe Di Blasi. Le luci sono a cura di Alessandro Pupella e Giuseppe Borruso.
Lo spettatore accompagna il protagonista nella lunga notte che precede la sua morte. Pablo si confessa e dissimula, ricorda e vive, cambia irrimediabilmente davanti al momento supremo: smetterà di assomogliare a sé stesso a causa della violenza di una condanna.
Il tutto in uno spazio ridotto che lo contiene a malapena, una luce che riesce a mostrare solo il necessario, un muro che è presenza incombente e soluzione finale.
Sullo sfondo della guerra civile spagnola gli ideali diventano un orpello della vicenda personale che è universale. Un'anima si può annichilire anche senza l'uso delle armi, bastano la superficialità e l'indifferenza; e al momento non c'è nulla di più attuale.
Lo spettacolo fa parte del cartellone teatrale "Pubblic-Azione" del Teatro Sant'Eugenio basato su opere e testi letterari, con la direzione artistica di Marco Pupella (leggi qui per saperne di più).
"Il Muro" dello scrittore e filosofo francese è una raccolta di cinque racconti profondamente inquietanti che mettono a nudo vergogne, velleità e viltà che spesso l'uomo contemporaneo riesce a mimetizzare.
Al Sant'Eugenio la narrazione vede come protagonista Vincenzo Pepe, nell'adattamento di Fabiola Arculeo e con le voci di Giuseppe Battiloro, Rachele Burgio, Valerio Burgio, Grazia Campo, Michele Di Marco, Loredana Falzone, Felice Napolitano, Elena Pistillo, Calogero Salamone e Salvatore Salerno, la voce fuori campo di Mario Pupella e musiche e suoni di Sabù Alaimo e Giuseppe Di Blasi. Le luci sono a cura di Alessandro Pupella e Giuseppe Borruso.
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Il rapporto tra la vita e la morte è contemporaneamente il mistero più grande e l'esperienza più comune per ognuno, e ognuno la vive in modo unico e peculiare.Lo spettatore accompagna il protagonista nella lunga notte che precede la sua morte. Pablo si confessa e dissimula, ricorda e vive, cambia irrimediabilmente davanti al momento supremo: smetterà di assomogliare a sé stesso a causa della violenza di una condanna.
Il tutto in uno spazio ridotto che lo contiene a malapena, una luce che riesce a mostrare solo il necessario, un muro che è presenza incombente e soluzione finale.
Sullo sfondo della guerra civile spagnola gli ideali diventano un orpello della vicenda personale che è universale. Un'anima si può annichilire anche senza l'uso delle armi, bastano la superficialità e l'indifferenza; e al momento non c'è nulla di più attuale.
Lo spettacolo fa parte del cartellone teatrale "Pubblic-Azione" del Teatro Sant'Eugenio basato su opere e testi letterari, con la direzione artistica di Marco Pupella (leggi qui per saperne di più).
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