La dimora del cugino di Tomasi di Lampedusa: le visite alla Villa Cianciafara di Messina
Villa Cianciafara a Messina
Devastata dal terremoto del 1908 e rinata spezzata, dolente, ma ancora viva. Da quel cataclisma a Messina sono sopravvissuti chiese, ipogei, forti, ville, opere d’arte raccolte nel Museo regionale. Un patrimonio straordinario che, con la terza edizione de "Le Vie dei Tesori", in programma dal 13 al 29 settembre, si mostra ogni weekend con l’orgoglio della sua storia.
Filippo Cianciafara, raffinato fotografo e incisore, visse tra queste mura e tra questi giardini, condividendo la propensione all’arte e alla natura dei suoi più celebri cugini: Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Lucio Piccolo.
La dimora venne edificata alla fine del Settecento su un preesistente edificio medievale. Originariamente doveva essere destinata alla produzione agricola, con il caseggiato padronale circondato dalle case coloniche, il lavatoio, il palmento e il frantoio, il magazzino per il vino e il forno, la cappella, i giardini, il pergolato e, infine – defilati nei pressi dell’orto – la stalla e il fienile.
All’interno della villa si conservano ancora preziosi arredi, acquisiti dal palazzo dei Principi Filangeri Tasca di Cutò e da Casa Mallandrino, tra cui è notevole una tavola di Antonello de Saliba.
A Messina sono 26 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 15 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Messina, al costo di 25 euro.
Filippo Cianciafara, raffinato fotografo e incisore, visse tra queste mura e tra questi giardini, condividendo la propensione all’arte e alla natura dei suoi più celebri cugini: Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Lucio Piccolo.
La dimora venne edificata alla fine del Settecento su un preesistente edificio medievale. Originariamente doveva essere destinata alla produzione agricola, con il caseggiato padronale circondato dalle case coloniche, il lavatoio, il palmento e il frantoio, il magazzino per il vino e il forno, la cappella, i giardini, il pergolato e, infine – defilati nei pressi dell’orto – la stalla e il fienile.
All’interno della villa si conservano ancora preziosi arredi, acquisiti dal palazzo dei Principi Filangeri Tasca di Cutò e da Casa Mallandrino, tra cui è notevole una tavola di Antonello de Saliba.
A Messina sono 26 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 15 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Messina, al costo di 25 euro.
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