La pietra, la terra, le fornaci. Ecco il mondo di una volta: le visite al museo storico naturalistico di Scicli

Museo storico naturalistico di Scicli
Secondo l'Unesco Scicli è "un capolavoro del genio creativo umano dell’età tardo-barocca". Solenne e accogliente insieme, è un inno alla qualità della vita. Tra le meraviglie della città "Le Vie dei Tesori", a Scicli per la sua seconda edizione, nei weekend dal 4 al 20 ottobre, propone un viaggio in tredici tappe, denso di echi storici e letterari. Chiese barocche, palazzi sontuosi, musei.
All’interno della chiesa cinquecentesca di San Vito, miracolosamente scampata al sisma del 1693, si può visitare un interessante percorso espositivo che racconta il territorio attraverso le sue peculiarità geologiche e naturalistiche, raccontando anche l’impiego che le popolazioni hanno fatto delle risorse locali.
Attività, pratiche e consuetudini legate all’uso della pietra, materiale da costruzione insostituibile, e al lavoro della terra e dei suoi prodotti, sono svelate tramite la collezione di utensili agricoli e domestici, alcuni dei quali del tutto dimenticati. Una raccolta fotografica documenta vegetazione, fauna, scavi archeologici e insediamenti rupestri, strutture produttive del mondo della costruzione, come le “carcare”, antiche fornaci, veri e propri reperti di archeologia rurale del paesaggio ibleo.
A Scicli sono 13 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
All’interno della chiesa cinquecentesca di San Vito, miracolosamente scampata al sisma del 1693, si può visitare un interessante percorso espositivo che racconta il territorio attraverso le sue peculiarità geologiche e naturalistiche, raccontando anche l’impiego che le popolazioni hanno fatto delle risorse locali.
Attività, pratiche e consuetudini legate all’uso della pietra, materiale da costruzione insostituibile, e al lavoro della terra e dei suoi prodotti, sono svelate tramite la collezione di utensili agricoli e domestici, alcuni dei quali del tutto dimenticati. Una raccolta fotografica documenta vegetazione, fauna, scavi archeologici e insediamenti rupestri, strutture produttive del mondo della costruzione, come le “carcare”, antiche fornaci, veri e propri reperti di archeologia rurale del paesaggio ibleo.
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