La rinascita dopo le ferite del terremoto del Belice: le visite alla chiesa Madre di Sambuca di Sicilia

Un dipinto della chiesa Madre di Sambuca di Sicilia
A mezzo secolo dal terremoto del Belice, pochi mesi fa è stata riaperta la Chiesa Madre, simbolo per tanti anni di una ricostruzione ancora incompiuta. La Madrice porta ancora le ferite del sisma, ma è stato rifatto il pavimento e recuperato l’altare maggiore. Fu edificata intorno al 1420 sull’antico Castello arabo di Zabut, nella parte più antica di Sambuca, sulla rocca che domina il paese.
In origine era una piccola cappella dedicata prima a Santa Barbara e poi a San Pietro Apostolo; nel 1642 fu ricostruita grazie al contributo della marchesa Donna Giulia Baldi Centellis. Completata nel 1651, la chiesa – tre navate, divise da colonnati che sorreggono archi a tutto sesto – fu dedicata a Maria SS. Assunta. Bello il campanile ricavato da un’antica torre saracena di difesa, che culmina a guglia piramidale, coperta da quadrelli di ceramica policrome.
A Sambuca sono 13 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è difficilmente accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 15 e il 29 settembre da Palermo a Sambuca, al costo di 15 euro.
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