"Le città del Principe": il lavoro di restauro a Palazzo Butera che ha riscoperto le cornici in foglia d'argento
Uno dei dipinti restaurati
Nel corso dei lavori di restauro al primo piano nobile di Palazzo Butera, i dieci ritratti di città che si conservano nei sopraporta del salone di ingresso si sono rivelati di una qualità inaspettata e in occasione della mostra "Le città del Principe", la serie completa viene presentata al pubblico per la prima volta.
È quindi possibile vedere i dipinti da vicino e confrontare la rappresentazione storica con la realtà odierna di queste città siciliane: Mazzarino, Santa Lucia, Pietraperzia, Niscemi, Barrafranca, Grammichele, Butera, Raccuia, Militello e Scordia.
Nel corso dei secoli, i Branciforti hanno governato uno sterminato territorio, che si estendeva in maggior parte in diverse province siciliane, fra cui Caltanissetta, Enna, Messina e Catania. A partire dal 1760, il palazzo Butera di Palermo, ampliato nella sua configurazione attuale da Ercole Michele e Salvatore Branciforti, è stato il centro del potere da cui questi territori venivano amministrati.
Nel 2016, Palazzo Butera è stato acquistato da Francesca e Massimo Valsecchi, che hanno interamente finanziato il progetto di restauro in corso. Al termine del restauro, il palazzo diventerà un laboratorio aperto alla città, che utilizzerà la storia, la cultura, la scienza e l’arte come catalizzatori di sviluppo sociale. Molti spazi sono visitabili, come l’archivio, la sala della radice, due saloni al piano nobile, le terrazze e il torrino.
È quindi possibile vedere i dipinti da vicino e confrontare la rappresentazione storica con la realtà odierna di queste città siciliane: Mazzarino, Santa Lucia, Pietraperzia, Niscemi, Barrafranca, Grammichele, Butera, Raccuia, Militello e Scordia.
Nel corso dei secoli, i Branciforti hanno governato uno sterminato territorio, che si estendeva in maggior parte in diverse province siciliane, fra cui Caltanissetta, Enna, Messina e Catania. A partire dal 1760, il palazzo Butera di Palermo, ampliato nella sua configurazione attuale da Ercole Michele e Salvatore Branciforti, è stato il centro del potere da cui questi territori venivano amministrati.
Nel 2016, Palazzo Butera è stato acquistato da Francesca e Massimo Valsecchi, che hanno interamente finanziato il progetto di restauro in corso. Al termine del restauro, il palazzo diventerà un laboratorio aperto alla città, che utilizzerà la storia, la cultura, la scienza e l’arte come catalizzatori di sviluppo sociale. Molti spazi sono visitabili, come l’archivio, la sala della radice, due saloni al piano nobile, le terrazze e il torrino.
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