L'itinerario della Loggia Da Garraffo a Garraffo per "Le vie dei tesori"
Piazza Garraffello
Nell'ambito della manifestazione de "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), che apre le porte dei luoghi d'arte di Palermo, domenica 8 e domenica 22 ottobre alle 10.30 si svolge l'itinerario della Loggia Da Garraffo a Garraffo, in cui si visiteranno: Fontana del Garraffo, chiesa della Madonna del Lume, Cala, San Sebastiano, Santa Maria la Nova, la vecchia Amalfitania, via Materassai, piazza Garraffo.
Fu quando i mercanti stranieri, sbarcati dalle loro galee, aprirono le prime "apotheke solarate", in quella lingua di terra rubata al mare, in prossimità dell'antica Bab al Bahr, portando ricchezza, benessere e nuove culture, che sorse a Palermo il mandamento della Loggia.
E se di quelle pagine dimenticate, il quartiere - preda oggi di una movida selvaggia - ha ormai perso le essenze speziate dei profumieri o dei droghieri, l'eleganza e il decoro delle strade e dei palazzi e, ultimo, il vociare magrebino della più proletaria Vucciria, rimangono, a ricordarci quel tempo, le preziose chiese che nel corso dei secoli ogni comunità volle innalzare e i nomi delle strade, che rispecchiavano le attività ivi praticate.
Strette e sinuosamente curve quelle d'origine medievale; ritagliate geometricamente quelle che inseguivano una idealità rinascimentale. Ma sempre arterie nevralgiche documentanti, all'occhio attento, oltre le perdute atmosfere, l'operosità frenetica e multiculturale che si teatralizzava in quella enclave urbana lontana nel tempo e che si andrà a scoprire.
Fu quando i mercanti stranieri, sbarcati dalle loro galee, aprirono le prime "apotheke solarate", in quella lingua di terra rubata al mare, in prossimità dell'antica Bab al Bahr, portando ricchezza, benessere e nuove culture, che sorse a Palermo il mandamento della Loggia.
E se di quelle pagine dimenticate, il quartiere - preda oggi di una movida selvaggia - ha ormai perso le essenze speziate dei profumieri o dei droghieri, l'eleganza e il decoro delle strade e dei palazzi e, ultimo, il vociare magrebino della più proletaria Vucciria, rimangono, a ricordarci quel tempo, le preziose chiese che nel corso dei secoli ogni comunità volle innalzare e i nomi delle strade, che rispecchiavano le attività ivi praticate.
Strette e sinuosamente curve quelle d'origine medievale; ritagliate geometricamente quelle che inseguivano una idealità rinascimentale. Ma sempre arterie nevralgiche documentanti, all'occhio attento, oltre le perdute atmosfere, l'operosità frenetica e multiculturale che si teatralizzava in quella enclave urbana lontana nel tempo e che si andrà a scoprire.
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