Linguaggio abrasivo e ironia tagliente: lo spettacolo "Ifigenia in Cardiff" in scena al Teatro Biondo
Roberta Caronia è "Ifigenia in Cardiff" al Teatro Biondo di Palermo (foto di Manuela Giusto)
Un delirio monologante denso di lucidità, che ribalta gli equilibri del buon senso comune scardinando moralismi e perbenismi vari: è "Ifigenia in Cardiff", spettacolo in programma al Teatro Biondo di Palermo dal 27 febbraio al 3 marzo.
Lo spettacolo, che si inquadra all'interno della stagione "[De]generazioni" (leggi l'articolo di approfondimento) è basato sul testo di Gary Owen ed è di Valter Malosti. Prodotto da Teatro di Dioniso, vede in scena Roberta Caronia.
Con un linguaggio abrasivo e pieno d’ironia tagliente, lo spettacolo affonda il coltello nelle maglie sconnesse della contemporaneità, consegnandoci il ritratto al vetriolo di una Ifigenia moderna che non ci sta ad essere la vittima sacrificale di un sistema già scritto.
Così reagisce, opponendo al fato che la vorrebbe vendicativa e miope, la sua intelligenza feroce, il ghigno beffardo, la più inaspettata compassione: la nostra Ifigenia si chiama Effie e per tutti una stupida sgualdrina, da cui stare alla larga quando la si incontra per le strade della sua Splott, a sud di Cardiff, in un Galles di periferia che ha messo a tacere identità e ricordi sotto colate di cemento.
Effie è sboccata, squattrinata, sfrontata, il più delle volte aggressiva con chiunque abbia la sfortuna d’incrociarla già ubriaca alle undici del mattino. La sua esistenza è un disastro completo, tra follie notturne nei pub, sveltine senza fantasia con l’amico idiota di sempre e discussioni mai concluse con la nonna, che continua, sottobanco, ad allungarle qualche spicciolo pur di farla sopravvivere.
Eppure, un incontro imprevisto, in una notte qualunque, cambia tutte le prospettive, aprendo squarci di scomoda umanità e fornendo ad Effie, finalmente, la possibilità di riscattarsi.
Lo spettacolo, che si inquadra all'interno della stagione "[De]generazioni" (leggi l'articolo di approfondimento) è basato sul testo di Gary Owen ed è di Valter Malosti. Prodotto da Teatro di Dioniso, vede in scena Roberta Caronia.
Con un linguaggio abrasivo e pieno d’ironia tagliente, lo spettacolo affonda il coltello nelle maglie sconnesse della contemporaneità, consegnandoci il ritratto al vetriolo di una Ifigenia moderna che non ci sta ad essere la vittima sacrificale di un sistema già scritto.
Così reagisce, opponendo al fato che la vorrebbe vendicativa e miope, la sua intelligenza feroce, il ghigno beffardo, la più inaspettata compassione: la nostra Ifigenia si chiama Effie e per tutti una stupida sgualdrina, da cui stare alla larga quando la si incontra per le strade della sua Splott, a sud di Cardiff, in un Galles di periferia che ha messo a tacere identità e ricordi sotto colate di cemento.
Effie è sboccata, squattrinata, sfrontata, il più delle volte aggressiva con chiunque abbia la sfortuna d’incrociarla già ubriaca alle undici del mattino. La sua esistenza è un disastro completo, tra follie notturne nei pub, sveltine senza fantasia con l’amico idiota di sempre e discussioni mai concluse con la nonna, che continua, sottobanco, ad allungarle qualche spicciolo pur di farla sopravvivere.
Eppure, un incontro imprevisto, in una notte qualunque, cambia tutte le prospettive, aprendo squarci di scomoda umanità e fornendo ad Effie, finalmente, la possibilità di riscattarsi.
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