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Mostra documentaria e fotografica "A cinquant'anni dal '68 in Sicilia"

Balarm
La redazione

Foto visibile alla mostra

A cinquant'anni di distanza dall'anno che cambiò per sempre il mondo, il '68 in Sicilia è ricostruito e rivive nella mostra documentaria e fotografica promossa dal Centro Zabùt- centro studi e documentazione e la Fondazione Ignazio Buttitta, con la collaborazione dei fotografi Pucci Scafidi, Enzo Brai e Luigi Cocuzza che hanno aperto i propri archivi alla collettività. 

Il '68 è e rimane nella memoria quell'insieme di atti, gesti, momenti in cui prende forma ed espressione una rabbia collettiva nei confronti del sistema dominante che avrebbe generato il desiderio, vissuto come necessità, della contestazione tout court

Il 1968 siciliano si apre e si chiude rispettivamente con due eventi terribili: nella notte fra il 14 e il 15 gennaio, nel Belìce la terra trema e la politica dimentica e nel dicembre del '68 con “strage di Avola”, si accende una lotta operaia che avrebbe coinvolto l'intero paese e che diede origine dello Statuto dei lavoratori.

Ma le radici del '68 in Sicilia stanno anzitutto nel luglio del 1960 e nell'opposizione a Tambroni e all'apertura alla destra fascista. Nelle manifestazioni di piazza, a Palermo e Catania, si registrarono numerosi morti. Erano operai, edili sopratutto, e disoccupati, erano comunisti e socialisti.

E c'era, per la prima volta, una generazione di giovani studenti che organizzava manifestazioni antimperialiste contro l'intervento americano in Vietnam, una generazione di operai che organizzava lotte di fabbrica e una generazione di proletari senza casa, senza lavoro e senza prospettive.
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