MOSTRE
HomeEventiMostre

"L’abito che abito": sette artisti incontrano sei designers dell’Accademia del Lusso

Balarm
La redazione

In foto una delle opere in mostra realizzata da Francesco Paolo Catalano

Un confronto tra sette artisti e sei designers dell'Accademia del Lusso di Palermo, sulla propria visione del duplice concetto di abito non solo come elemento che copre il corpo e lo abbellisce ma anche come involucro del nostro io che in esso dimora utilizzando i propri medium espressivi.

La mostra, a cura di Floriana Spanò, è visibile presso i locali di E-Campus in via Principe di Belmonte 105 a Palermo dal 19 fino a venerdì 22 dicembre ed è fruibile dal pubblico tutti i giorni con orario continuato dalle 9 alle 18. 

La curatrice scrive nel testo in catalogo: «Abitare è sentirsi a casa, accolti in uno spazio che ci conosce, tra oggetti che raccontano il nostro passato, caricato di significati che esulano dalla loro pura oggettività permettendo al nostro corpo di sentirsi ospitato in un ambiente a lui familiare ed intimo.

Il corpo che vive il mondo diventa veicolo della mia presenza su di esso e la sua percezione ci consente di valutare in che modo orientarci esprimendo la nostra personalità attraverso indumenti che lo ricoprono, carichi di significati semiotici, che fanno capo ad un background sia di esperienze personali che acquisite.
Adv
L'abito diventa espressione della nostra personalità ma anche di una collettività che in esso riconosce dei riferimenti antropologici e sociologici. L'abito diventa il corpo ed il corpo l’abito. Esso manifesta i nostri dati interiori attraverso linee, pieghe, colore, elementi tattili e può diventare specchio riflesso della nostra società in base al suo utilizzo.

Le ricerche del costume e del mercato dei nuovi designers non si limita più a coprire semplicemente il corpo ma dettano nuove tendenze "artistiche" composte da forme, materiali, colori ed elementi di supporto esterno che si avvicinano spesso a vere e proprie opere d’arte, installazioni e nel caso delle sfilate a quasi vere performance dal vivo.

D’altra parte è vero che numerosi artisti utilizzano il tessuto come materia prima delle loro opere con processi di costruzione o decostruzione. Il confine quindi tra moda ed arte diventa in quest’ottica esile e complementare trovando l’uno nell’altro un valido supporto al fruitore che facilmente ne apprezza la produzione».
 
Se vuoi essere informato su altri eventi come questo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

COSA C'È DA FARE