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Nove artisti emergenti per "Blocco": grandi e piccole installazioni circondano la chiesa di Palermo

  • Settimana delle Culture
  • Chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano - Palermo
  • Dal 14 al 30 maggio 2019 (evento concluso)
  • Visitabile lunedi, martedì, giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 13.30; mercoledì dalle 8.30 alle 17.30. Chiuso il sabato e la domenica
  • Gratuito
Balarm
La redazione

L'ex Chiesa di San Crispino e Crispiniano a Palermo

In vicolo San Michele Arcangelo a Palermo, il group show "Blocco 9", a cura di Danilo Lo Piccolo, si presenta come una mostra caratterizzata dai lavori di nove artisti emergenti italiani, riuniti con l'obiettivo di affrancarsi da dinamiche cittadine di detenzione della cultura e del fare arte. 

Per questa prima operazione: Alessandro Armetta, Giuliana Barbano, Roberto Caccamo, Gisella Chaudry, Chiara Gullo, Raffaele Milazzo, Germain Ortolani, Veronica Vassallo, Sebastiano Zafonte, hanno pensato a installazioni diversificate in cui sono ben visibili le ricerche di spazialità, del tempo, della natura, dell’uomo e di ciò che ne resta. 

Per l'ottava edizione della Settimana delle Culture, negli spazi dell’antica chiesa di San Crispino e Crispiniano, attigua alla Biblioteca di Casa Professa, grandi e piccole installazioni la circondano trasformandola in uno spazio ricettivo per l’arte contemporanea. 

Gli artisti dialogano armoniosamente tra loro mantenendo una propria individualità e cercando di sensibilizzare il pubblico alla fruizione di grandi installazioni in contesti pubblici e privati.
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Evocative le installazioni spaziali di Veronica Vassallo che con i suoi moduli geometrici indaga la pittura, vista con lo sguardo di uno scultore, riconducendo impatto formale e visivo a percezioni di forma.

Le parole consumo, abuso e spreco si fondono in una delicata riflessione sul proprio vissuto personale, dove le installazioni di Roberto Caccamo come gli oggetti quotidiani e domestici, simboli di una fanciullezza sbiadita e di un tempo interiore sempre più lontano, si scontrano con il presente, volto al consumo inteso come materialistico ed interiore, creando scarti del proprio passato che vengono ripensati e posti dinanzi agli occhi del fruitore. 

Le opere di Gisella Chaudry indagano e riflettono su i limiti dello spazio e del tempo. Pensa e pone le sue istallazioni dinanzi a un pubblico che subisce il fascino dello sterminato spazio in cui queste invadono e dilatano, con la loro presenza, luoghi fisici finiti. 

Riflessive e malinconiche sono le opere di Raffaele Milazzo, il quale riutilizza oggetti del quotidiano rielaborandoli e offrendoli come simulacro del proprio vissuto. Questi si caricano di un nuovo significato simbolico e conservano i successi, le sofferenze, le ossessioni e le gioie di una vita già vissuta che ormai risiede all’interno di un’opera totemica. 

Con Sebastiano Zafonte si analizzano nuove visioni e rappresentazioni della natura come la condizione che lui stesso definisce di "animalità" che lo porta a ricercare attraverso lo studio della zoologia una rappresentazione ideale o contrastante della natura che ci circonda. 

Chiara Gullo propone delle opere in cui la spiritualità e l'inconfessato vengono espresse mediante oggetti d’uso comune, danneggiati o poco funzionanti o ancora tramite amuleti di una cultura religiosa rigida, in cui anche la parola diventa un mezzo ironico con la quale si indaga e si esprime un vissuto che tutti noi portiamo dentro. 

Le architettoniche opere di Germain Ortolani indagano i limiti e le contraddizioni degli spazi urbani o architettonici di una città, dove persino la scelta della materia diventa per il giovane artista ricerca di un medium espressivo fondamentale per svelare e creare i contrasti tra i materiali pesanti usati nell'edilizia e le proprie istallazioni, sviluppando opere dove il senso di precarietà e di contraddizione dialoga con il contesto. 

Nelle opere dinamiche ed esplosive di Alessandro Armetta, le schegge di un’apparente deflagrazione sono segno grafico che si manifesta in queste istallazioni creando delle tensioni spaziali e di continua vivacità espressiva. 

"Blocco" si conclude con Giuliana Barbano che conduce ricerche sull'uomo, evidenziandone le tracce, i resti o i luoghi che ha vissuto, radiografie di un corpo mutato e carico di rimandi interiori, spazi privi di un vissuto quotidiano o ancora oggetti simbolici testimonianza di una vita sofferta.

La mostra, promossa dalla Biblioteca Comunale di Casa Professa, Amici dei Musei Siciliani e Balloon – Art and Publishing, rimarrà fruibile dal 14 al 30 maggio, lunedi, martedì, giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 13.30; mercoledì dalle 8.30 alle 17.30.
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