Opere pittoriche e scultoree di Ilaria Caputo e Enzo Tardia nella bi-personale “De Rerum Natura"
Le opere di Tardia e Caputo
Il percorso espositivo “De Rerum Natura. Inusuali percorsi cromatici tra forma figurata e forma astratta”, nato da un’idea di Margherita Musso e Lisa Caputo, si articola in una serie atipica di raggruppamenti di opere, sia pittoriche sia scultoree, di due artisti i cui linguaggi espressivi e le cui cifre stilistiche sono differenti: Ilaria Caputo e Enzo Tardia.
L’esposizione è cadenzata da nuclei narrativi che compongono un viaggio per cromìe tra ciò che della natura si vede e ciò che si immagina, tra la forma visibile e la struttura invisibile. È questa ambigua dualità il filo conduttore di questa mostra, che mette assieme due diverse prospettive sulla natura.
Le opere in mostra guidano il visitatore lungo un percorso solo apparentemente parallelo, giacché i lavori dei due artisti presentano diversi punti di contatto, e non solo nei cromatismi. In entrambi c'è un'attenzione spiccata per il particolare, come se ogni più piccolo elemento fosse il perno centrale di tutta la costruzione cosmica.
Una ricerca d'armonia che per Ilaria Caputo è, in qualche modo, ri-costruzione, mentre per Enzo Tardia è ricerca di un'essenza, di ciò che già esiste pur non essendo immediatamente visibile. La natura delle cose oggetto di questa mostra è, dunque, un tracciare i confini di un'esperienza artistica profondamente accomunata da un certo tipo di visione che scruta in modo solo parzialmente divergente ciò che sta attorno e dentro di noi.
L’esposizione è cadenzata da nuclei narrativi che compongono un viaggio per cromìe tra ciò che della natura si vede e ciò che si immagina, tra la forma visibile e la struttura invisibile. È questa ambigua dualità il filo conduttore di questa mostra, che mette assieme due diverse prospettive sulla natura.
Le opere in mostra guidano il visitatore lungo un percorso solo apparentemente parallelo, giacché i lavori dei due artisti presentano diversi punti di contatto, e non solo nei cromatismi. In entrambi c'è un'attenzione spiccata per il particolare, come se ogni più piccolo elemento fosse il perno centrale di tutta la costruzione cosmica.
Una ricerca d'armonia che per Ilaria Caputo è, in qualche modo, ri-costruzione, mentre per Enzo Tardia è ricerca di un'essenza, di ciò che già esiste pur non essendo immediatamente visibile. La natura delle cose oggetto di questa mostra è, dunque, un tracciare i confini di un'esperienza artistica profondamente accomunata da un certo tipo di visione che scruta in modo solo parzialmente divergente ciò che sta attorno e dentro di noi.
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