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Padre e figlio, in una danza tra amore e odio: "A Number" di Caryl Churchill in scena al Teatro Libero

  • Teatro Libero - Palermo
  • Dal 8 al 9 febbraio 2019 (evento concluso)
  • 21.15
  • 16 euro (intero), 11 euro (operatori teatrali, TACUS, ARCI, Modus Card, Instituto Cervantes e Institut Français, UAAR, Prospero Enoteca Letteraria), 5 euro (under 35 e abbonati Teatro Libero)
  • Info e prenotazioni ai numeri 091 6174040 e 392 9199609
Balarm
La redazione

"A Number" diretto da Luca Mazzone al Teatro Libero di Palermo (foto di Luca Mazzone)

Il rapporto tra padre e figli, un rapporto ancestrale che sa di mito: "A Number" di Caryl Churchill va in scena al Teatro Libero di Palermo venerdì 8 e sabato 9 febbraio.

La produzione del Libero porta sul palco la traduzione italiana di Monica Capuani con la regia di Luca Mazzone e l'interpretazione degli attori Giuseppe Pestillo e Massimo Rigo.

Considerata tra le più grandi autrici contemporanee, la britannica Caryl Churchill nel testo di "A Number" affronta il tema dell'eugenetica mantenendo il carattere più rappresentativo della sua produzione: una narrazione frammentaria e a tratti surrealistica.

Cosa succede se un padre, dopo la tragica morte della compagna, madre di suo figlio, si ritrova da solo con il proprio ragazzo? Cosa succede se questo padre, nella società contemporanea, dove la perfezione e l’adeguatezza sono diventati i nuovi dogmi da onorare, vuole avere una nuova possibilità per essere un "bravo" padre?
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Churchill si interroga sul tema della replicabilità, sul fatto che l’uomo, oggi, con l’avanzamento vertiginoso del progresso scientifico, può sostituirsi a Dio e creare tutti a sua immagine e somiglianza, tutti i suoi figli così come li vuole, fatti con lo stesso materiale grezzo di base, perfetti. Uno spettacolo che riflette sul valore della vita umana nella sua unicità, nella irripetibilità di ciascun uomo. 

Natura e scienza divengono, dunque, poli di una nuova contrapposizione che vede Salter, un padre, e Bernard, un figlio, giocare una danza tra la vita e la morte, tra l’amore e l’odio, tra la natura, appunto, e la scienza. Il figlio diventa testimone di un fallimento, quello del padre, cui si vuole porre rimedio dando un’altra chance, un’altra mano in un gioco dove si ricomincia, perché si può replicare, forse all’infinito.
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