LE VIE DEI TESORI
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Palermo non smette di stupire: "Le Vie dei Tesori" apre nuovi gioielli tutti da scoprire

  • Le Vie dei Tesori
  • Vari luoghi - Palermo
  • Dal 2 al 31 ottobre 2021 (solo sabato e domenica) (evento concluso)
  • Consulta il programma nel sito
  • 3 euro (visita singola), 10 euro (4 visite), 18 euro (10 visite)
  • Per le visite ai luoghi i coupon sono acquistabili online, direttamente sul posto o negli infopoint. Per passeggiate, esperienze, degustazioni ed eventi bisogna acquistare online il coupon dedicato ad ogni singola iniziativa. Ingressi contingentati e Green Pass (o tampone recente negativo) in tutti i luoghi al chiuso
Balarm
La redazione

Porta Felice e La Cala di Palermo visti dall'alto

"Le Vie dei Tesori" è la sola occasione di scoprire la Sicilia con uno strumento unico e smart, e questo le migliaia di visitatori, che in passato ha scoperto la manifestazione, lo sanno già.

La XV edizione del Festival tocca diciannove città e borghi di tutta l’Isola, e il 2 ottobre il testimone passa alle città di Palermo, Catania, Cefalù, Erice, Ragusa, Scicli e Sciacca che diventano grandi musei diffusi, visitabili con un unico coupon. Terrazze, giardini, cupole, musei, chiese, palazzi storici, in gran parte visitabili per l’occasione, saranno aperti e raccontati nel rispetto della sicurezza.

A Palermo, in particolare, si possono recuperare nel weekend di sabato 2 e domenica 3, i coupon per le visite nei luoghi relativi all’edizione 2020 del Festival sospese a causa dell’emergenza Covid. Ma per chi ha i coupon 2020 é obbligatorio prenotare, non si può andare direttamente sui siti.

Tutto il capoluogo è da vivere: da terra, dal cielo, dal mare. Sono 87 i luoghi da visitare, molti dei quali aperti per la prima volta; 26 le esperienze speciali; 100 le passeggiate; 9 gli itinerari fuori porta.
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E poi un festival nel festival, che anima i luoghi di teatralizzazioni e di musica e ancora le gite fuori porta e le visite speciali con degustazione.

Tra le novità il progetto nuovo di podcast sulla città con dieci preziosi amici del Festival – accademici, storici dell’arte, direttori di musei, studiosi, scrittori – tutti d ascoltare. E ancora un videomapping che coinvolge un palazzo storico trasformandolo in una dimora delle meraviglie. Ecco alcune proposte, tra le tantissime, per il prossimo weekend.

I LUOGHI
Per la prima volta aprono nuovi luoghi e noi vogliamo partire proprio da questi.

Apre eccezionalmente la Casa massonica che fa parte dell’obbedienza del Grande Oriente d’Italia (G.O.I) istituita ritualmente il 20 giugno 1805, a Milano. Nel 2015 rappresentava la più numerosa comunione massonica italiana, con circa 22.000 iscritti.

Il tempio è la riproduzione del tempio di Re Salomone, ed è il luogo dove i massoni si riuniscono e lavorano. All’interno tutto ha una valenza simbolica, a partire dalle colonne, con in capo i segni zodiacali, il pavimento a scacchi bianco e nero, i tre scranni (sgabelli tipici del Rinascimento italiano) dove si siedono il maestro venerabile, il primo e il secondo sorvegliante.

Le statue rappresentano la Bellezza, la Saggezza e la Sapienza, le luci sono pure cariche di simboli, come i candelabri.

Al suo debutto anche la sede del Circolo degli Ufficiali di Palermo in piazza Sant’Oliva (oggi Circolo unificato), considerata una tra le più belle d’Italia. E non a torto, poiché si trova in un luogo storico, un tempo convento dei Padri Minimi di San Francesco di Paola. Le sale, ampie e luminose, sono incantevoli e alcune di esse sono rischiarate dalla luce filtrata attraverso affascinanti vetrate dipinte.

Il teatro è decorato sul soffitto e sui sovraporta con delicati motivi floreali. Le stanze sono arredate con mobili d’epoca, compreso un pianoforte, e illuminate da grandi lampadari. Una scala di marmo conduce ai piani superiori con grandi specchi affissi alle pareti.

Lungo il percorso si può ammirare un’antica e imponente macchina da presa che ricorda i tempi in cui al piano terra, con entrata dall’ex chiostro, esisteva un cinematografo. Così come il giardino del duca di Serradifalco, un vero polmone verde - di quasi due ettari - nel cuore della città.

Un giardino romantico, voluto da un uomo dalla spiccata personalità e di grande cultura, il duca Domenico Lo Faso di Pietrasanta. Lo ideò e arricchì con amore e dedizione per tutta la vita di reperti archeologici, fontane, grotte artificiali e gruppi statuari allegorici inseriti tra i viali sinuosi e i boschetti.

C’è anche un monumento all’amata moglie Enrichetta Ventimiglia, opera di Valerio Villareale, che ritrae il busto della consorte scomparsa e la figlia intenta a scrivere il nome della madre. Il tutto si unisce a un tempietto circolare, ai ruderi della chiesa di San Nicolò alla Kalsa e alla grotta nascosta da una collinetta. La visita al giardino sarà anche l’occasione per vedere piante secolari come la yucca e le palme del Messico.

Apre per le prima volta le sue porte anche Palazzo Oneto di Sperlinga, un gioiello settecentesco tutto da scoprire, chiuso per cinquanta anni e oggi recuperato dai proprietari, Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e Cesira Palmeri di Villalba, che hanno condotto un ambizioso restauro per renderlo un polo di arte contemporanea.

Il palazzo ha avuto una storia travagliata: nato con i Siracusa Valdaura, passò ai Corbera e, nel 1726, ad Antonio Oneto e Valguarnera, duca di Sperlinga, che gli diede l’aspetto attuale. Superato il portale su via Bandiera, si entra nella piccola corte da cui sale lo scalone monumentale.

Ai primi dell’Ottocento passò ai Burgio, duchi di Villafiorita, che vi aprirono l’esclusivo circolo nobiliare delle “Conversazioni del Fiore” che durante il Carnevale organizzava magnifiche feste e spettacoli di maschere napoletane, a cui partecipò anche Ferdinando III. Dopo l’abbandono, la rinascita.

Tornano visitabili, dopo tre anni, le Antiche Fornaci Maiorana. Un salto indietro nel tempo, quando operai e “carusi” scavavano la pietra in condizioni estreme, spaccando a colpi di piccone la calcarenite da cui poi ricavare la calce. Entrare nelle Fornaci Maiorana è un viaggio nel passato in uno dei più begli esempi di archeologia industriale della città.

È un complesso costituito da due fornaci per la produzione della calce viva e da un frantoio per gli inerti. Si articola su tre livelli compresa un’ampia parte sotterranea.

Le fornaci erano alimentate al secondo livello, più in basso, mentre il terzo livello, scavato nella roccia, serviva per raccogliere la calce in piccoli carrelli metallici su rotaia, i quali poi, con gli elevatori, venivano riportati fuori sino al livello del suolo. Furono attive fino al 1968, con l’avvento del cemento armato l’uso della calce si ridusse sempre di più e le fornaci non furono più utilizzate.

LE ESPERIENZE E LE PASSEGGIATE
Tra le esperienze proposte quest’anno quella che porta dall’Arenella all’Acquasanta, tra borgate e tesori naturalistici. Chi sa che tra l’Arenella e l’Acquasanta ci sono due grotte accessibili solo dal mare? E soprattutto chi le ha mai visitate?

Ecco quindi un tour in barca che consente di conoscere questi due gioielli sia naturalistici che storici. Si parte, con a bordo una guida che illustrerà il percorso, dallo storico molo dell’Arenella, da cui si può ammirare la tonnara del XVII secolo e la palazzina dei Quattro Pizzi. Da lì ci si dirige in barca alla “Grotta della Regina”, dove secondo la tradizione si immergeva la regina Carolina d’Austria.

Dopo un tour all’Acquasanta con la sua splendida Villa Igiea, si torna alla sconosciuta Grotta del Ninfeo, inglobata all’interno del porticciolo della Lega navale italiana che l’ha riportata alla luce. Si conclude con un assaggio di pane cunzato e di acqua e zammù.

E poi ancora una passeggiata nel grande e rigoglioso Parco della Favara dove il re normanno Ruggero II amava andare a caccia. Una visita speciale, guidata da Giuseppe Barbera, uno dei più grandi esperti di paesaggio mediterraneo.

All’ombra del castello arabo-normanno costruito dall’emiro Ja’far al-Kalbi II (e poi modificato da re Ruggero II dopo la riconquista cristiana nel 1071), il Parco è un’oasi di verde miracolosamente sopravvissuta all’avanzata del cemento.

Gli agrumeti storici si distendono su parte della superficie che un tempo era occupata dal mitico lago alimentato dalle sorgenti del Monte Grifone (Mare dolce, appunto) dove pescava re Ruggero, trasformato in terreno agricolo nel 1400. Al centro del lago c’era un’isola a forma di Sicilia, soluzione forse suggerita dal geografo arabo Al Idrisi che fu ospite di Ruggero.

Se volete scoprire le bellezze di Palermo in notturna, poi, non perdete il percorso sui tetti della Chiesa di Santa Caterina: come un’ascesi, il percorso vi porterà dal chiostro del monastero fino ai matronei, i camminamenti che corrono in alto nella navata della chiesa, dove le suore di clausura assistevano alle celebrazioni senza essere viste.

Poi si sale ancora, fino all’intradosso della volta. E da lì ecco la terrazza, che consente di affacciarsi sia sul lato di piazza Bellini che su quello di piazza Pretoria, con una vista spettacolare su tutta la città.

Fino al 2014 chiesa e monastero erano il regno delle ultime anziane suore di clausura dell’ordine domenicano, celebri per gli squisiti dolci di mandorla che poi offrivano attraverso una ruota girevole. C’è ancora la possibilità di gustare i prelibati dolcetti delle suore preparati da una cooperativa di giovani che ha raccolto l’eredità, preparando le preziose ricette.

Potete consultare l'elenco completo del luoghi aperti e delle attività in programma sul sito de Le Vie dei Tesori.
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