Porte aperte al Palazzo delle Aquile a Palermo: visite all'antica sede del Senato
Aquila a Palazzo delle Aquile
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
Oggi sede del Comune, l’antico Palazzo del Senato, detto anche delle Aquile, dal simbolo di Palermo che campeggia sul portale, fu edificato nel 1470 per volere del pretore Pietro Speciale. Ampliato nel 1553 e poi nel 1615, è pieno di affreschi, sculture e arredi di pregio.
In occasione del restauro del 1875, a opera dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, fu fortemente modificato, sfrondandolo degli elementi barocchi. All’esterno, una “chicca” è l’orologio sulla facciata principale, che è tornato in funzione nel settembre del 2014, dopo trent’anni dal guasto.
Acquistato nel 1864, dalla giunta presieduta dal sindaco Antonio Starrabba, marchese di Rudinì, suona ogni quindici minuti. Sotto il quadrante, spicca l’epigrafe “Pereunt et imputantur”, cioè le ore passano e non vanno sprecate: un invito ai governanti, di ieri e di oggi, a fare buon uso del tempo.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
Oggi sede del Comune, l’antico Palazzo del Senato, detto anche delle Aquile, dal simbolo di Palermo che campeggia sul portale, fu edificato nel 1470 per volere del pretore Pietro Speciale. Ampliato nel 1553 e poi nel 1615, è pieno di affreschi, sculture e arredi di pregio.
In occasione del restauro del 1875, a opera dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, fu fortemente modificato, sfrondandolo degli elementi barocchi. All’esterno, una “chicca” è l’orologio sulla facciata principale, che è tornato in funzione nel settembre del 2014, dopo trent’anni dal guasto.
Acquistato nel 1864, dalla giunta presieduta dal sindaco Antonio Starrabba, marchese di Rudinì, suona ogni quindici minuti. Sotto il quadrante, spicca l’epigrafe “Pereunt et imputantur”, cioè le ore passano e non vanno sprecate: un invito ai governanti, di ieri e di oggi, a fare buon uso del tempo.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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