"Pupi dispersi. Pupi ritrovati": apre al pubblico la mostra nel laboratorio di Cuticchio

I pupi
Mimmo Cuticchio ha sperato per anni che potessero tornare a casa ed è successo proprio prima del lockdown del 2020 e durante questi due anni di pandemia li ha restaurati con il prezioso supporto di Tania Giordano, costumista e scenografa del Teatro dei Pupi.
Adesso quei 56 pupi ritrovati saranno in mostra nel laboratorio di via Bara all’Olivella, tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.00, fino al 31 dicembre (eccetto il 25 e il 26 dicembre) con ingresso gratuito. Il materiale della mostra è stato raccolto in un catalogo, a cura di Elisa Puleo, disponibile nella sede del Laboratorio.
La mostra racconta una storia da romanzo che comincia nel 1967 quando Giacomo Cuticchio viene invitato a Parigi per uno spettacolo all’ambasciata italiana. Mimmo è il suo braccio destro, ma quella che doveva essere una breve esperienza si trasforma nella possibilità di ritagliarsi un ruolo di rilievo nella storia della grande tradizione teatrale, un’occasione per intraprendere un percorso autonomo rispetto al padre.
È proprio a Parigi, infatti, che Mimmo Cuticchio intuisce la forza universale del pupo, la sua capacità di comunicare ed emozionare indipendentemente dalla lingua e comprende che la tradizione e l’innovazione sono sorelle, che possono camminare accanto e spesso rincorrersi.
Nella capitale francese, Giacomo, Mimmo e l’aiutante Giuseppe Arini conoscono Enrico Panunzio, intellettuale pugliese grande appassionato dell’Opera dei pupi, che in quel periodo era il direttore della biblioteca dell’Istituto italiano di cultura di Parigi. Panunzio propone a Giacomo di vendere a lui i pupi con i quali aveva realizzato lo spettacolo parigino e di fermarsi ancora per qualche settimana in modo da avviare un teatrino nella sede della Librarie 73 al boulevard Sant Michel.
A Parigi, Mimmo dirige il teatrino per alcuni mesi, scrive e mette in scena il suo primo copione, ma di lì a poco è costretto a tornare in Italia per il servizio di leva. Il ritorno a Palermo segna l’inizio del suo percorso teatrale, autonomo rispetto al padre, a cominciare dalla nascita nel 1971 del gruppo Figli d’Arte Cuticchio.
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