"Scatti liberi" in mostra a Palermo: storie di vita e memorie (sospese) dietro le mura
Un'opera esposta alla mostra "Scatti liberi"
Un mazzo di chiavi, un quaderno, un paio di scarpe consumate. Oggetti semplici, quotidiani, che diventano scrigni di ricordi, affetti e speranze a Palermo.
Sono loro i protagonisti della mostra fotografica “Scatti Liberi”, che viene inaugurata venerdì 12 settembre alle 17.00 presso il giardino di Al Fresco Bistrot (via Matteo Sclafani, 9, Palermo) e resta visitabile fino al 31 dicembre.
Un percorso che ha visto coinvolto un gruppo di persone detenute della Casa di Reclusione Ucciardone Di Bona di Palermo in un lavoro di riflessione, espressione e racconto personale, attraverso la fotografia e la scrittura.
La mostra "Scatti liberi" è l'esito del laboratorio narrativo-fotografico condotto dal fotografo Luca Savettiere e promosso dalla Cooperativa sociale Rigenerazioni Onlus all'interno dell'Istituto di Pena.
Il cuore del progetto è la realizzazione di scatti fotografici di oggetti personali appartenenti alle persone coinvolte: oggetti semplici, spesso comuni, ma ricchi di valore affettivo e simbolico.
Fotografati su uno sfondo neutro, diventano immagini evocative, capaci di raccontare storie di legami, ricordi, speranze e frammenti di identità.
Accanto alle fotografie, le testimonianze scritte dalle persone ristrette restituiscono il significato intimo e personale di ciascun oggetto, dando vita a un dialogo tra parola e immagine che svela l'umanità spesso nascosta dietro le mura del carcere.
Sono loro i protagonisti della mostra fotografica “Scatti Liberi”, che viene inaugurata venerdì 12 settembre alle 17.00 presso il giardino di Al Fresco Bistrot (via Matteo Sclafani, 9, Palermo) e resta visitabile fino al 31 dicembre.
Un percorso che ha visto coinvolto un gruppo di persone detenute della Casa di Reclusione Ucciardone Di Bona di Palermo in un lavoro di riflessione, espressione e racconto personale, attraverso la fotografia e la scrittura.
La mostra "Scatti liberi" è l'esito del laboratorio narrativo-fotografico condotto dal fotografo Luca Savettiere e promosso dalla Cooperativa sociale Rigenerazioni Onlus all'interno dell'Istituto di Pena.
Il cuore del progetto è la realizzazione di scatti fotografici di oggetti personali appartenenti alle persone coinvolte: oggetti semplici, spesso comuni, ma ricchi di valore affettivo e simbolico.
Fotografati su uno sfondo neutro, diventano immagini evocative, capaci di raccontare storie di legami, ricordi, speranze e frammenti di identità.
Accanto alle fotografie, le testimonianze scritte dalle persone ristrette restituiscono il significato intimo e personale di ciascun oggetto, dando vita a un dialogo tra parola e immagine che svela l'umanità spesso nascosta dietro le mura del carcere.
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