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Relazione tra il mondo dell'arte e quello della comunicazione nella mostra "Siamo alla frutta"

  • Galleria Studio 71 - Palermo
  • Dal 10 al 23 novembre 2018 (evento concluso)
  • Visitabile tutti i giorni dalle 16.30 alle 19.30
  • Gratuito
  • Per informazioni inviare una mail a info@studio71.it
Balarm
La redazione

"Passaggio-RedentaMente" (2018) di Marco Lotà

L'associazione culturale palermitana RicercArte mette in mostra "Siamo alla frutta", esposizione d'arte contemporanea presso la Galleria e biblioteca d'Arte Studio 71 in via Fuxa 9 a Palermo, fruibile dal pubblico dalle ore 18 del 10 novembre.

Il progetto, finalizzato alla riflessione sul senso di ultimo, fine, svuotamento, vuole stimolare gli artisti attraverso il linguaggio universale dell’arte a riflettere su cosa significhi "essere alla frutta" e creare una interconnessione tra il mondo dell’arte e quello della comunicazione.

Sono esposte le opere di: Luisella Abbondi. Antonella Affronti. Rossella Andriani. Arturo Barbante. Marco Bevilacqua. Paolo Buffa. Alessandro D’Andria. Raffaele Dragani. Naire Feo. Dimitri Gazziero. Donatello Getsemani. Mario Giubilato. Jorja Grace. Elisabetta Gucciardo. Piera Ingargiola. Nicola Lisanti. Marco Lota. Maurizio Muscettola. Antonella Musella. Iris Oltre. Aldo Palazzo. Maria Laura Riccobono. Paola Sacchi. Ferdinando Segreti. Nancy Sofia. Lisa Sorba. Caterina Vicari. 
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Vinny Scorsone, nel testo critico della mostra. fa un'analisi del periodo storico in cui tutto sembra essere “arrivato alla frutta”, metafora dal sapore antico che sottolinea quanto l'arte contemporanea sembri, a suo dire, arrivata al fondo e di cui ancora non si riesce a vedere la luce finale.

«...Il sistema globale ha lavorato bene sulle nostre menti, ha cancellato i nostri ricordi sostituendoli con dei nuovi e ha reso le ultime generazioni arroganti. Ha reso i genitori troppo impegnati e fragili e i figli incapaci di ricevere rifiuti e di crescere. Anche l’arte, cronista più o meno consapevole, del proprio tempo, pare arrivata alla frutta. Troppo spesso infatti ci è capitato di vedere sciocchezze propinate per arte, veicolate da un mercato che punta soprattutto al profitto invece che al valore artistico. Nascono così nuovi artisti, nuovi dei dai forti agganci, capaci di propinarci assurdità, dimenticando che ciò che facevano Duchamp o Fontana aveva un senso perché fatto in un determinato periodo storico, ma oggi è solo il nulla coperto dai vestiti nuovi dell’imperatore...».
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