Reminiscenze e memorie "r'accolte": Syria Castiello e Antonella Giannone a Modica

Particolare di un'opera di Antonella Giannone
Dal 18 luglio al 18 agosto, l'A/telier art gallery di Modica presenta la nuova esposizione di due artiste della provincia.
Syria Castiello propone "Reminiscenza", Antonella Giannone espone "Memorie r'accolte".
Inaugurazione della mostra venerdì 18 luglio alle 20.00, visitabile dal lunedì al sabato dalle 16.30 alle 20.00.
Syria Castello è artista ancora giovane ma può far leva su strumenti tecnici solidi.
Sono quelli che consentono le navigazioni attraverso gli oceani narrativi, la ricerca costante di un'individuazione che sfugge al "solito", al semplicemente scontato.
La sua arte è fatta di svolte rapide, non è immota.
Seppure se ne coglie la costanza nello stile personalissimo, Syria non s'arrende all'approdo certo, al porto salvo di sicurezze appaganti, accondiscendenti.
Non ammicca, provoca piuttosto, si muove secondo rotte fortunate d'imprecisione, il suo è un viaggio disinvolto attraverso bufere e tempeste.
Non tiene la barra dritta delle carte bidimensionali, lascia spesso la rotta dei grandi carghi, s'avventura nell'inesplorato, lo colora dei suoi grigi, lo riproduce con moltitudini di suggestioni chiaroscurali.
Supera la consuetudine del tutto e subito, sterza di frequente, ancora non frena irrequietezze, preferisce le derive agli approdi.
Antonella Giannone scrive opere sotto il dettato utopico d'un inconscio che ricerca la ricomposizione di un'armonia perduta.
Le sue sfere, dai contorni resi indefiniti da riflessioni quasi oniriche, sono esattamente la riscoperta dei cerchi di Archimede scompigliati dalla violenza, sono le precisioni cosmiche delle geometrie infinite.
Non c'è punto d'arrivo o di partenza, solo l'armonia mantrica d'un tempo che si riavvolge su se stesso, che non s'ostacola d'assilli al futuro, non preme per il superamento dell'oggi, non s'arrende allo struggersi per un passato che non c'è più.
Compattano il tempo che scorre, lo rendono significativamente in grado di riprodursi, travolgono la materia, imprimono accelerazioni vertiginose solo al sogno.
Perché nelle sue opere non c'è fretta altra, il tutto che scorre torna rendendo inutile l'ansia d'arrivo, le armonie si materializzano in una dimensione eterea.
I colori, ora soffusi, ora incredibilmente nitidi, l'estetica ricercata, sono la contrapposizione perfetta al gioco d'inganni dell'imporsi, alla barbarie archetipica della sopraffazione che trova il proprio compiacimento nel frammento scheggiato dell'accelerazione parossistica.
Syria Castiello propone "Reminiscenza", Antonella Giannone espone "Memorie r'accolte".
Inaugurazione della mostra venerdì 18 luglio alle 20.00, visitabile dal lunedì al sabato dalle 16.30 alle 20.00.
Syria Castello è artista ancora giovane ma può far leva su strumenti tecnici solidi.
Sono quelli che consentono le navigazioni attraverso gli oceani narrativi, la ricerca costante di un'individuazione che sfugge al "solito", al semplicemente scontato.
La sua arte è fatta di svolte rapide, non è immota.
Seppure se ne coglie la costanza nello stile personalissimo, Syria non s'arrende all'approdo certo, al porto salvo di sicurezze appaganti, accondiscendenti.
Non ammicca, provoca piuttosto, si muove secondo rotte fortunate d'imprecisione, il suo è un viaggio disinvolto attraverso bufere e tempeste.
Non tiene la barra dritta delle carte bidimensionali, lascia spesso la rotta dei grandi carghi, s'avventura nell'inesplorato, lo colora dei suoi grigi, lo riproduce con moltitudini di suggestioni chiaroscurali.
Supera la consuetudine del tutto e subito, sterza di frequente, ancora non frena irrequietezze, preferisce le derive agli approdi.
Antonella Giannone scrive opere sotto il dettato utopico d'un inconscio che ricerca la ricomposizione di un'armonia perduta.
Le sue sfere, dai contorni resi indefiniti da riflessioni quasi oniriche, sono esattamente la riscoperta dei cerchi di Archimede scompigliati dalla violenza, sono le precisioni cosmiche delle geometrie infinite.
Non c'è punto d'arrivo o di partenza, solo l'armonia mantrica d'un tempo che si riavvolge su se stesso, che non s'ostacola d'assilli al futuro, non preme per il superamento dell'oggi, non s'arrende allo struggersi per un passato che non c'è più.
Compattano il tempo che scorre, lo rendono significativamente in grado di riprodursi, travolgono la materia, imprimono accelerazioni vertiginose solo al sogno.
Perché nelle sue opere non c'è fretta altra, il tutto che scorre torna rendendo inutile l'ansia d'arrivo, le armonie si materializzano in una dimensione eterea.
I colori, ora soffusi, ora incredibilmente nitidi, l'estetica ricercata, sono la contrapposizione perfetta al gioco d'inganni dell'imporsi, alla barbarie archetipica della sopraffazione che trova il proprio compiacimento nel frammento scheggiato dell'accelerazione parossistica.
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