"Ricordi di una sconosciuta" in prima assoluta a Villa Filippina: sul palco il sogno di Crisotemi

"Ricordi di una sconosciuta" a Villa Filippina
Va in scena in prima assoluta al Planetario di Villa Filippina, Ricordi di una Sconosciuta, liberamente ispirato al libro "Crisòtemi" dell’autore greco Ghiannis Ritsos. Sul palco le due attrici, Martina Cassenti e Silvia Trigona, che cura anche la regia, vestono i panni di Crisotemi (la Sconosciuta) ed Elettra (la sorella maggiore).
L'appuntamento è in programma giovedì 24 novembre, alle 21.30.
Il testo si sviluppa come un vero e proprio racconto per quadri, ognuno frutto della fantasia e del sogno di Crisotemi, che vede il mondo con gli occhi di chi osserva anche le più piccole cose, quelle invisibili agli altri. Nei suoi ricordi, il conflitto con Elettra diventa un gioco.
Tutto è pacificamente entusiasmante nella visione della “Sconosciuta” la "non sposata, quella di cui nessuno si cura", come dirà lei stessa. Il suo è il racconto di un moto interiore, di una vita trascorsa nella quotidianità di una famiglia mitologicamente tragica, una vita trascorsa a scrutare dolcemente, con discrezione e fantasia.
L’adattamento teatrale vuole affidarsi alla potente bellezza delle parole, ispirate al tenero genio di Ritsos, ricreandone immagini concrete con musiche e una scenografia minimale, ma significativa.
Il viaggio di cui Crisotemi ci rende partecipi è un’esperienza segreta, intima, squisitamente infantile, per molti tratti drammatica e dolorosa. Il nostro intento è accompagnare lo spettatore in un sogno, in un tempo dove l’unica cosa necessaria è "vedere e ascoltare".
L'appuntamento è in programma giovedì 24 novembre, alle 21.30.
Il testo si sviluppa come un vero e proprio racconto per quadri, ognuno frutto della fantasia e del sogno di Crisotemi, che vede il mondo con gli occhi di chi osserva anche le più piccole cose, quelle invisibili agli altri. Nei suoi ricordi, il conflitto con Elettra diventa un gioco.
Tutto è pacificamente entusiasmante nella visione della “Sconosciuta” la "non sposata, quella di cui nessuno si cura", come dirà lei stessa. Il suo è il racconto di un moto interiore, di una vita trascorsa nella quotidianità di una famiglia mitologicamente tragica, una vita trascorsa a scrutare dolcemente, con discrezione e fantasia.
L’adattamento teatrale vuole affidarsi alla potente bellezza delle parole, ispirate al tenero genio di Ritsos, ricreandone immagini concrete con musiche e una scenografia minimale, ma significativa.
Il viaggio di cui Crisotemi ci rende partecipi è un’esperienza segreta, intima, squisitamente infantile, per molti tratti drammatica e dolorosa. Il nostro intento è accompagnare lo spettatore in un sogno, in un tempo dove l’unica cosa necessaria è "vedere e ascoltare".
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