Shakespeare secondo Roberto Cavosi: "La colpa di Otello" in scena al Teatro Biondo
Marco Gambino in "La colpa di Otello" (foto di Enrico Poli)
Due personaggi agli antipodi raggiungono una perfetta, strana simbiosi fino a fondersi insieme. È su questa base che nasce "La colpa di Otello", modernissimo riadattamento dell'opera di Shakespeare di Roberto Cavosi, che ne cura anche la regia.
Lo spettacolo, che va in scena da martedì 7 a domenica 12 maggio nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo all'interno della stagione del Biondo "[De]generazioni" (leggi l'articolo di approfondimento), vede in scena l'attore Marco Gambino in un monologo che, a detta dello stesso Cavosi, contiene le battute dell'originale shakesperiano, tradotto da Loredana Ottomano.
Le musiche sono affidate ad Alfredo Santoloci mentre i costumi sono di Marina Roberti, per una produzione del Teatro Biondo.
La gelosia, si sa, è un mostro che può divorare chiunque ma è un mostro che risiede sempre in noi e che agisce per nostra stessa volontà.
In questo adattamento Iago rappresenta proprio questa volontà, così meravigliosamente cannibale da cibarsi del cannibale stesso: Otello. Il risultato è la fusione dei due personaggi in un personaggio unico, condannato in eterno a rivivere ossessivamente la sua colpa.
«L’idea per questo lavoro – spiega Roberto Cavosi – mi è venuta leggendo l’originale e pensando ad un adattamento dove Iago non si vedesse mai, ma che fosse il frutto dell’insicurezza e della gelosia di Otello. Iago sarebbe apparso solo come ombra o riflesso di Otello stesso».
Lo spettacolo, che va in scena da martedì 7 a domenica 12 maggio nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo all'interno della stagione del Biondo "[De]generazioni" (leggi l'articolo di approfondimento), vede in scena l'attore Marco Gambino in un monologo che, a detta dello stesso Cavosi, contiene le battute dell'originale shakesperiano, tradotto da Loredana Ottomano.
Le musiche sono affidate ad Alfredo Santoloci mentre i costumi sono di Marina Roberti, per una produzione del Teatro Biondo.
La gelosia, si sa, è un mostro che può divorare chiunque ma è un mostro che risiede sempre in noi e che agisce per nostra stessa volontà.
In questo adattamento Iago rappresenta proprio questa volontà, così meravigliosamente cannibale da cibarsi del cannibale stesso: Otello. Il risultato è la fusione dei due personaggi in un personaggio unico, condannato in eterno a rivivere ossessivamente la sua colpa.
«L’idea per questo lavoro – spiega Roberto Cavosi – mi è venuta leggendo l’originale e pensando ad un adattamento dove Iago non si vedesse mai, ma che fosse il frutto dell’insicurezza e della gelosia di Otello. Iago sarebbe apparso solo come ombra o riflesso di Otello stesso».
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