"Steady rain. Dentro la pioggia": metafora del degrado morale dell’uomo contemporaneo

Quinto appuntamento con il cartellone serale della 47ma Stagione del Teatro Libero: si tratta di un testo affilato e inesorabile di Keith Huff, "Steady rain. Dentro la pioggia", realizzato da Ac Zerkàlo Roma Dionisio produzioni e portato in scena dalla regia di Alessandro Machìa.
Due agenti di polizia, Joey e Denny, sono colleghi e amici di lunga data. Joey è single, ha problemi di alcolismo, è opportunista e innamorato segretamente della moglie del suo amico. Denny tradisce la moglie con una prostituta e ha un malcelato razzismo verso le minoranze etniche.
In una notte segnata da una pioggia incessante, durante un normale turno di pattuglia, i due restituiscono inavvertitamente un ragazzino vietnamita in evidente stato di shock ad un serial killer cannibale che dice di essere lo zio. Questo errore fatale sarà l’inizio di una caduta senza ritorno.
Attraverso la tecnica dello “storytelling” Huff costruisce quasi un apologo della nostra società, grazie all'intrpretazione degli attori Graziano Piazza e Davide Paganini. Il doppio racconto dei due amici, fatto di banali inseguimenti, sparatorie, prostitute e corruzione, diventa la metafora apocalittica del degrado morale dell’uomo contemporaneo.
Nel tempo del racconto, con in sottofondo le musiche di Francesco Verdinelli, si dispiegano temi universali quali l’amore, la morte, il desiderio, la violenza, l’amicizia e il sacrificio. Ma, sopra tutti, emerge potente il tema della verità.
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