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"Studio per contrabbasso": lo spettacolo di Giuseppe Sangiorgi debutta allo Spazio Franco

  • Scena Nostra
  • Spazio Franco - Palermo
  • Dal 11 al 12 dicembre 2019 (evento concluso)
  • 21.00
  • 10 euro (intero), 8 euro (ridotto lavoratori dello spettacolo e under 35), 6 euro (ridotto studenti)
  • Info e prenotazioni via Whatsapp al 379 1906102 o via messanger sulla pagina Facebook dello Spazio Franco
Balarm
La redazione

L'attore e regista Giuseppe Sangiorgi

Debutta in prima nazionale, sul palcoscenico dello Spazio Franco, ai Cantieri alla Zisa di Palermo, lo spettacolo "Studio per contrabbasso", una rilettura in chiave contemporanea dell’unica drammaturgia dello scrittore russo Patrick Suskind a opera di Giuseppe Sangiorgi, regista e interprete, e del musicista Damiano D’Amico, primo contrabbasso della Foss (Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana), che ha curato la partitura sonora dello spettacolo.

È la storia di un uomo, Lui (non si conosce il suo nome), chiuso in una stanza a isolamento acustico, che parla con un interlocutore (non ben definito) di sé, della sua vita e del suo contrabbasso. Lui è un contrabbassista di fila, perso nella massa dei contrabbassisti (arrivano ad essere anche in dodici a volte) che popolano l’Orchestra di Stato di un’importante città tedesca.

Nessuno lo nota, nessuno lo ama, lui stesso si ama molto poco. Ancora meno ama il suo contrabbasso, croce e delizia delle sue aspirazioni, strumento dalle incredibili possibilità timbriche, eppure relegato alla mera funzione di sottofondo ritmico-sonoro: senza di lui l’orchestra esploderebbe in una “confusione linguistica di tipo babilonese”.

Eppure nessuno lo apprezza, nessuno lo avverte. Questo l’impulso che genera il suo ininterrotto flusso di coscienza durante il quale snoda le proprie frustrazioni, i desideri, l’odio nei confronti di un ruolo che lo relega a ultima ruota del carro.

Una parabola tragicomica che celebra l’impossibilità dell’autoaffermazione: vorrebbe essere un solista ma non si esercita abbastanza, vorrebbe conquistare una fascinosa giovane soprano ma non ha la forza di rivolgerle la parola, vorrebbe liberarsi della soffocante sicurezza del posto fisso ma non osa licenziarsi. Questa cascata di parole viene sollecitato dalle numerose birre che continua a bere.

E più beve, più “quella maledetta cassa” del contrabbasso diventa ingombrante e la stanza diventa sempre più piccola. Alla fine decide di fare una follia: andare all’opera, sedersi al suo posto, tendere l’archetto, aspettare l’ultimo colpo di tosse prima dell’inizio, e non appena il direttore alza le braccia per dare l’attacco, urlare il nome dell’amata “Sarha!!” In un colpo solo otterrebbe il licenziamento, si dichiarerebbe all’amata e avvierebbe finalmente una luminosa carriera da solista. Troverà il coraggio?
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