Al di là della "Buca della Salvezza" scavata dai patrioti: le mille storie da scoprire visitando la chiesa della Gancia
La Buca della salvezza in via Alloro a Palermo
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
All’interno del quartiere arabo della Kalsa, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, meglio conosciuta col nome di "Gancia" ossia "ospizio per malati e forestieri", è un complesso architettonico risalente al 1490 ed edificata dai frati francescani. Nel corso dei secoli ha subìto numerosi interventi che ne hanno modificato l’aspetto, soprattutto al suo interno.
L’edificio ha una facciata tardogotica con archi ogivali e custodisce autentici tesori artistici come l’organo risalente al 1615 e lavori di Pietro Novelli e di Giacomo Serpotta. Vi si trova anche una cappella di proprietà della famiglia reale spagnola, dedicata alla Madonna di Guadalupe. Il soffitto ligneo tutto dipinto di stelle su fondo blu cielo è attribuito ad Antonello Gagini.
La buca: il 4 aprile 1860 gli antiborbonici insorgono a Palermo contro il re napoletano. La sommossa, scoppiata a pochi passi dalla Gancia in quel che un tempo veniva definito il quartiere degli “scopari” (famoso per le vivacissime zuffe tra donne), viene soffocata nel sangue.
Due dei capi rivolta scampati al massacro, Gaspare Bivona e Filippo Patti, per sfuggire alla cattura da parte dei gendarmi borbonici si rifugiano nella cripta della chiesa, tra le sepolture dei frati del convento.
Dopo cinque giorni senza né cibo né acqua i due insorti, attraverso una breccia sul muro del convento, riescono ad attirare l’attenzione di una donna che d’accordo con alcune comari mette in scena una grande rissa in quella che oggi è via del 4 Aprile, distogliendo in questo modo l’attenzione dei gendarmi. In un attimo la stradina si trasforma in teatro di urla e spinte: Patti e Bivona approfittando di questo sotterfugio allargano la breccia nel muro riuscendo a scappare indisturbati.
Da quel momento la breccia nel muro della Gancia prese il nome di “Buca della salvezza“.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili (dal cortile Gancia– lato Archivio).
All’interno del quartiere arabo della Kalsa, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, meglio conosciuta col nome di "Gancia" ossia "ospizio per malati e forestieri", è un complesso architettonico risalente al 1490 ed edificata dai frati francescani. Nel corso dei secoli ha subìto numerosi interventi che ne hanno modificato l’aspetto, soprattutto al suo interno.
L’edificio ha una facciata tardogotica con archi ogivali e custodisce autentici tesori artistici come l’organo risalente al 1615 e lavori di Pietro Novelli e di Giacomo Serpotta. Vi si trova anche una cappella di proprietà della famiglia reale spagnola, dedicata alla Madonna di Guadalupe. Il soffitto ligneo tutto dipinto di stelle su fondo blu cielo è attribuito ad Antonello Gagini.
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Sempre su via Alloro, un po’ prima di entrare nella chiesa, una curiosa lastra di marmo scavata affiancata da una lapide che ne commemora l’evento.La buca: il 4 aprile 1860 gli antiborbonici insorgono a Palermo contro il re napoletano. La sommossa, scoppiata a pochi passi dalla Gancia in quel che un tempo veniva definito il quartiere degli “scopari” (famoso per le vivacissime zuffe tra donne), viene soffocata nel sangue.
Due dei capi rivolta scampati al massacro, Gaspare Bivona e Filippo Patti, per sfuggire alla cattura da parte dei gendarmi borbonici si rifugiano nella cripta della chiesa, tra le sepolture dei frati del convento.
Dopo cinque giorni senza né cibo né acqua i due insorti, attraverso una breccia sul muro del convento, riescono ad attirare l’attenzione di una donna che d’accordo con alcune comari mette in scena una grande rissa in quella che oggi è via del 4 Aprile, distogliendo in questo modo l’attenzione dei gendarmi. In un attimo la stradina si trasforma in teatro di urla e spinte: Patti e Bivona approfittando di questo sotterfugio allargano la breccia nel muro riuscendo a scappare indisturbati.
Da quel momento la breccia nel muro della Gancia prese il nome di “Buca della salvezza“.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili (dal cortile Gancia– lato Archivio).
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