Tra ossidi e memorie, i "Codici degli Orizzonti" di Franco Fasulo alla FAM Gallery di Agrigento

Franco Fasulo nel suo studio
Tra slanci lirici e specifiche modulazioni d’un che di epico, alla FAM Gallery di Agrigento, dalle ore 18 dell'8 dicembre fino al 13 gennaio, è in mostra Franco Fasulo con "Codici degli orizzonti", vibrante costellazione di piccoli olii e pastelli a cura di Giuseppe Frazzetto.
Proprio il tema dell’ossidazione – dei metalli, del legno, degli scafi delle navi: metafore materiche del tempo, del suo scorrere irrefrenabile – è uno dei temi ricorrenti della poetica di Fasulo: un esplicitarsi del tempo e degli orizzonti in continuo divenire. L’estremo, lirico ed epico, tentativo di fermare - dandole forma – la memoria delle cose, degli incontri, degli istanti perduti.
«Credo che i dipinti di Fasulo - scrive Paolo Minacori, direttore artistico della FAM Gallery - trascendano l’apparenza dell’hic et nunc e collochino chi li osserva in uno spazio virtuale, in cui predominano l’influsso e la sovrabbondanza di linee, colori, spazi, nonché della tattilità della luce e della pietra. Ogni dipinto è un invito alla narrazione e poiché questo richiede un coinvolgimento, causa una resistenza a lasciare che l’osservatore se ne distacchi, creando una tensione costante che isola momentaneamente da ogni cosa».
La mostra è accompagnata da un catalogo con scritti di Frazzetto e di Dario Orphée La Mendola.
Proprio il tema dell’ossidazione – dei metalli, del legno, degli scafi delle navi: metafore materiche del tempo, del suo scorrere irrefrenabile – è uno dei temi ricorrenti della poetica di Fasulo: un esplicitarsi del tempo e degli orizzonti in continuo divenire. L’estremo, lirico ed epico, tentativo di fermare - dandole forma – la memoria delle cose, degli incontri, degli istanti perduti.
«Credo che i dipinti di Fasulo - scrive Paolo Minacori, direttore artistico della FAM Gallery - trascendano l’apparenza dell’hic et nunc e collochino chi li osserva in uno spazio virtuale, in cui predominano l’influsso e la sovrabbondanza di linee, colori, spazi, nonché della tattilità della luce e della pietra. Ogni dipinto è un invito alla narrazione e poiché questo richiede un coinvolgimento, causa una resistenza a lasciare che l’osservatore se ne distacchi, creando una tensione costante che isola momentaneamente da ogni cosa».
La mostra è accompagnata da un catalogo con scritti di Frazzetto e di Dario Orphée La Mendola.
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