Tre artisti internazionali sul tema della memoria: a Palermo la mostra "Are you my mother?"

"Flags" (2019) di Eugene Lemay (part.)
Le opere di Jamie Diamond (Brooklyn, 1983), Aleksandar Duravcevic (Montenegro 1970) ed Eugene Lemay (Michigan, 1960), dialogheranno con l'installazione di Giacomo Rizzo, (collezione permanente del Museo Riso), nella vetrina e nel cortile principale di Palazzo Belmonte Riso.
Il significato principale della mostra siciliana, inserita nell'ottava edizione della Settimana delle Culture, conduce il fruitore a trarre una considerazione su come vengono identificate le persone soggettivamente, concentrandosi su somiglianze fisiche o comportamentali tra madre e figlio, o rivisitando la storia familiare.
"Are You My Mother?" intende spingere il visitatore a guardare oltre queste barriere per concentrarsi sulla parentela culturale ed esperienziale.
Per chi osserva una famiglia non propria, i dettagli della tradizione, della memoria e del patrimonio condivisi sono spesso nascosti, ma mantengono un impatto attraverso una comprensione comune dei vincoli familiari.
Nella serie fotografica del 2008 "Constructed Family Portraits", Jamie Diamond esplora l'importanza di questi aspetti presentando dei gruppi di estranei come se fossero collegati, mostrando come le immagini possono distorcere la propria visione del passato.
Nella serie "Youth", Aleksandar Duravcevic, grazie ad un materiale iridescente riflettente, incorpora l'immagine dello spettatore nell'opera, ed una registrazione di lamentose voci femminili suggerisce il lutto, che implica la perdita personale rappresentata dalla distanza di Duravcevic dalla sua terra natale.
Infine, nella produzione artistica della serie "Amerika", anche Eugene Lemay esplora la relazione con il luogo, esaminando l'impatto delle ideologie divisive sul popolo di una nazione, usando l'esempio della bandiera, per interrogare le verità che si presume queste trasmettano.
L’artista rimuove il colore dalla bandiera per sollecitare lo spettatore a rivalutare l’importanza simbolica di quest’ultima e la sua continua validità, dimostrando che allo stesso tempo si può riconoscerla o meno , problematizzandone l’utilità.
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