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Una camminata nel cuore di Catania attraverso le opere dell'artista Jean Calogero

Balarm
La redazione

Particolare dell'opera "Cattedrale" di Jean Calogero

Catania, dopo nove anni, torna ad ammirare le opere di Jean Calogero (Catania 1922 - 2001) incoronato dalla critica tra i maggiori esponenti di pittura del Novecento. La mostra, fruibile ad ingresso libero fino al 19 gennaio 2020 alla Galleria d'arte moderna (GAM) nell’ex monastero di Santa Chiara in via Castello Ursino 26, è curata da Luigi Nicolosi e si compone di 22 dipinti, assieme a 15 chini e 10 opere realizzate con tecniche miste.

Lavori che trascinano il visitatore in uno spazio familiare e immortalato in un tempo indefinito. Una passeggiata nella memoria dell'artista: la Festa di Sant'Agata, piazza Stesicoro, la stazione, il teatro Massimo, il Fortino, il castello Ursino, sino alla costa di Acicastello. 

«L’onore del dono è nostro - spiega il curatore Luigi Nicolosi: omaggiamo la memoria di Calogero dando la possibilità a tutti di ammirare l'opera del Maestro, custodita in una casa comune, come abbiamo già fatto ad Aci Castello con Casa Calogero. La mostra poi, che vede tutti insieme per la prima volta i dipinti, i disegni e le tempere su Catania, ritrovate nelle carpette del Maestro conservate dall'archivio, non poteva che essere organizzata nella città etnea».
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Un tesoro vero e proprio, quello ritrovato dagli eredi alla morte del pittore, nel 2001. Pannelli, disegni preparatori e appunti, insieme a testimonianze uniche di un'epoca che ha visto la Sicilia fucina di intellettuali. Tra cui il grande Leonardo Sciascia, che convinse Calogero a riprendere i rapporti con critici e galleristi italiani e siciliani.

Si deve alle insistenze dello scrittore la decisione del Maestro di esporre con più frequenza in Italia: un carteggio ritrovato che evidenzia tutta l’umanità dell’artista e, nel contempo, ricostruisce scorci di memoria collettiva.

«Le mie opere hanno percorso in lungo e in largo i continenti e io con esse. Ma solo in Sicilia, terra ricca d'umori e di colori, riesco a prendere a piene mani luci e sogni». Questa frase condensa tutto l'amore che l'artista catanese, Jean Calogero, provava per la propria terra, per le sue origini e per la propria città. Un amore viscerale, racchiuso nella mostra "Omaggio a Catania", tra vie, scorci, piazze e tra le persone immaginate e amate nel corso della vita. 

Fin dall'adolescenza Jean Calogero ha manifestato la sua passione per il disegno e la pittura e ha cercato negli studi artistici la risposta ai suoi quesiti tecnici, alle sue costruzioni compositive, alle sue necessità espressive.

Nella città etnea ha frequentato il Liceo Artistico. Poi i disagi del dopo-guerra e il bisogno di guardare lontano, verso i luoghi del confronto delle idee, lo hanno spinto a viaggiare e si è recato in Francia sia per approfondire gli studi che per conoscere le nuove tendenze dell'arte. 

Nel 1947 è a Parigi dove frequenta i corsi di pittura all'Ecole Des Beaux-Arts. La capitale francese è il luogo ideale per le sue aspirazioni professionali e per i suoi sogni creativi. Vive in maniera intensa, dedicandosi alla pittura e allo studio e, coinvolto dai momenti più vivaci della vita culturale parigina, partecipa alle mostre e ai dibattiti di maggiore rilievo.

Calogero fa della Francia la sua seconda patria e inizia con coraggio e sentimento una frenetica attività espositiva che, grazie al consenso della critica, lo porterà in giro per il mondo. 

Parigi e la Sicilia negli anni Settanta, e anche in seguito, costituiranno la linea preferenziale dei suoi sogni pittorici, dei suoi spostamenti fisici e la critica saprà coglierne puntualmente il significato e il valore. 

Negli anni Novanta, lontano da ogni clamore, vive un'intensa stagione artistica caratterizzata dalla presenza delle città vissute e dalle città del sogno. Il suo pennello indagatore, i suoi colori vivaci, il suo segno allegro e festoso viaggiano tra le nuvole e le cupole dei luoghi cari alla memoria, tra il cielo e l'acqua dei mari attraversati.
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