Una "Resistenza d'Amore" nel cuore della Vucciria: performance inedita a Palermo
Kay Zevallos Villegas e Andrea Cusumano
L'Instituto Cervantes di Palermo inaugura il nuovo anno di attività, venerdì 26 settembre dalle ore 19.00 alle ore 22.00 nella Chiesa di Santa Eulalia dei Catalani (via Argenteria Nuova, 33), con un evento speciale, la duration performance "Resistenza d’amore", che vede protagonisti gli artisti multidisciplinari Andrea Cusumano e Kay Zevallos Villegas (KAY), sound a cura di Giovanni Tripi.
Condividendo per la prima volta insieme lo “spazio creativo” nel cuore del quartiere Vucciria a Palermo, Cusumano e Zavallos danno vita ad una performance inedita della durata di tre ore che culmina con un’installazione site specific.
La performer amazzonica peruviana e il poliedrico artista siciliano, investigando territori cross-disciplinari, condividono l’interesse per la drammaturgia, la performance e le arti visive e in questa circostanza, commissionata dall’Instituto Cervantes di Palermo, fanno confluire personali visioni e riflessioni su temi sensibili ad entrambe le culture di provenienza.
«Nell’ambito del programma Spagna-Sicilia, che ha lo scopo di mettere in comunicazione artisti siciliani e ispanici, abbiamo il piacere di ospitare l'artista amazzonica peruviana Key Zevallos, insieme al siciliano Andrea Cusumano - dichiara il direttore del Cervantes Juan Carlos Reche -. Per la prima volta un evento performativo in questo programma, che permette al pubblico di assistere alla creazione di un’opera congiunta in cui si mescolano le radici di entrambe le culture».
Prendendo come spunto la sede dell’Instituto, i protagonisti di questa riflessione artistica a due non potevano che essere da un lato il coccodrillo dello storico mercato della Vucciria, dall’altro la leggenda di Colapesce. Ispirati dalla forza di leggende e narrazioni i due artisti concepiscono una performance come spazio di resistenza affettiva di fronte alla spoliazione ed allo sradicamento, intrecciando le loro memorie personali alla città di Palermo.
Un rituale che contrappone il corpo al simulacro e insiste nel resistere tra le macerie della contemporaneità. Per Kay la figura del coccodrillo, essere esotico, migrante e dislocato, è l’asse dell’intero progetto. Partendo dall’esemplare coccodrillo della Vucciria, trasformato da dio a trofeo fino a diventare monito, la sua ricerca intreccia il mito locale con le narrazioni orali amazzoniche sugli esseri acquatici che abitano i fiumi, che osservano, rapiscono e incarnano paure collettive.
Queste storie, attraversate dal colonialismo e dal patriarcato, sono state storicamente utilizzate per giustificare violenze e silenzi, in particolare sui corpi delle donne e dei popoli originari.
Nell’installazione e nella performance l’acqua diventa territorio vivo e politico, spazio di metamorfosi, memoria e resistenza; corpo che custodisce ciò che è sommerso e sotterraneo, ma anche le cicatrici delle migrazioni forzate e dell’estrattivismo che connettono America Latina, Africa ed Europa.
Dal suo canto Cusumano, avendo elaborato negli anni suggestioni provenienti da temi comuni quale ad esempio l’elemento acqua, si confronta spesso nella sua personale produzione con la mitologia mediterranea e classica, reinterpretandola.
Il suo interesse primario è tuttavia per l’epistemologia, intesa come strumento di difesa dei principi umanisti ed in controtendenza con il fideistico approccio alla tecnologia ed al postumano. Nelle sue opere l’artista siciliano rivendica il primato del corpo e della creatività come motore del mondo, e riversa nel suo lavoro questa visione che è sia drammaturgica quanto concettuale.
In questa performance, dunque, i due artisti si incontreranno in uno spazio drammaturgico condiviso improvvisando relazioni tra due mondi transpersonali distanti, l’Amazzonia e la Sicilia, ma potenzialmente ricchi di connessioni.
Per lo spettatore l’esito della performance si configurerà come un rituale di “ri-esistenza” in dialogo con Palermo: grani, pigmenti, scaglie e piante comporranno un altare che restituirà al coccodrillo e a Colapesce una dimensione sacra e migrante, invitando a mettere in discussione i racconti coloniali che ci nominano, ci esotizzano e ci sospendono.
L’ingresso alla performance è libero. L’installazione rimane fruibile fino al 3 ottobre (da lunedì a giovedì dalle ore 10.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 17.30; venerdì dalle ore 9.30 alle 14.00). Durante la giornata del 26 settembre, dalle ore 15:00 alle ore 19:00 nei locali dell’Instituto Cervantes viene presentata l’offerta accademica del nuovo anno.
Condividendo per la prima volta insieme lo “spazio creativo” nel cuore del quartiere Vucciria a Palermo, Cusumano e Zavallos danno vita ad una performance inedita della durata di tre ore che culmina con un’installazione site specific.
La performer amazzonica peruviana e il poliedrico artista siciliano, investigando territori cross-disciplinari, condividono l’interesse per la drammaturgia, la performance e le arti visive e in questa circostanza, commissionata dall’Instituto Cervantes di Palermo, fanno confluire personali visioni e riflessioni su temi sensibili ad entrambe le culture di provenienza.
«Nell’ambito del programma Spagna-Sicilia, che ha lo scopo di mettere in comunicazione artisti siciliani e ispanici, abbiamo il piacere di ospitare l'artista amazzonica peruviana Key Zevallos, insieme al siciliano Andrea Cusumano - dichiara il direttore del Cervantes Juan Carlos Reche -. Per la prima volta un evento performativo in questo programma, che permette al pubblico di assistere alla creazione di un’opera congiunta in cui si mescolano le radici di entrambe le culture».
Prendendo come spunto la sede dell’Instituto, i protagonisti di questa riflessione artistica a due non potevano che essere da un lato il coccodrillo dello storico mercato della Vucciria, dall’altro la leggenda di Colapesce. Ispirati dalla forza di leggende e narrazioni i due artisti concepiscono una performance come spazio di resistenza affettiva di fronte alla spoliazione ed allo sradicamento, intrecciando le loro memorie personali alla città di Palermo.
Un rituale che contrappone il corpo al simulacro e insiste nel resistere tra le macerie della contemporaneità. Per Kay la figura del coccodrillo, essere esotico, migrante e dislocato, è l’asse dell’intero progetto. Partendo dall’esemplare coccodrillo della Vucciria, trasformato da dio a trofeo fino a diventare monito, la sua ricerca intreccia il mito locale con le narrazioni orali amazzoniche sugli esseri acquatici che abitano i fiumi, che osservano, rapiscono e incarnano paure collettive.
Queste storie, attraversate dal colonialismo e dal patriarcato, sono state storicamente utilizzate per giustificare violenze e silenzi, in particolare sui corpi delle donne e dei popoli originari.
Nell’installazione e nella performance l’acqua diventa territorio vivo e politico, spazio di metamorfosi, memoria e resistenza; corpo che custodisce ciò che è sommerso e sotterraneo, ma anche le cicatrici delle migrazioni forzate e dell’estrattivismo che connettono America Latina, Africa ed Europa.
Dal suo canto Cusumano, avendo elaborato negli anni suggestioni provenienti da temi comuni quale ad esempio l’elemento acqua, si confronta spesso nella sua personale produzione con la mitologia mediterranea e classica, reinterpretandola.
Il suo interesse primario è tuttavia per l’epistemologia, intesa come strumento di difesa dei principi umanisti ed in controtendenza con il fideistico approccio alla tecnologia ed al postumano. Nelle sue opere l’artista siciliano rivendica il primato del corpo e della creatività come motore del mondo, e riversa nel suo lavoro questa visione che è sia drammaturgica quanto concettuale.
In questa performance, dunque, i due artisti si incontreranno in uno spazio drammaturgico condiviso improvvisando relazioni tra due mondi transpersonali distanti, l’Amazzonia e la Sicilia, ma potenzialmente ricchi di connessioni.
Per lo spettatore l’esito della performance si configurerà come un rituale di “ri-esistenza” in dialogo con Palermo: grani, pigmenti, scaglie e piante comporranno un altare che restituirà al coccodrillo e a Colapesce una dimensione sacra e migrante, invitando a mettere in discussione i racconti coloniali che ci nominano, ci esotizzano e ci sospendono.
L’ingresso alla performance è libero. L’installazione rimane fruibile fino al 3 ottobre (da lunedì a giovedì dalle ore 10.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 17.30; venerdì dalle ore 9.30 alle 14.00). Durante la giornata del 26 settembre, dalle ore 15:00 alle ore 19:00 nei locali dell’Instituto Cervantes viene presentata l’offerta accademica del nuovo anno.
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