"Vedi che una volta uno, così è morto": l'omaggio di Sergio Beercock a Peppino Impastato

Sergio Beercock
Uno spettacolo senza giochi di luci e senza fuochi d’artificio. Intimo, diretto, crudo come la verità: il cantautore Sergio Beercock arriva a Cinisi nelle vesti di autore e regista con "Vedi che una volta uno, così è morto", in scena lunedì 6 maggio nel cuore della cittadina di Peppino Impastato.
A metà tra un concerto e un racconto epico, in mezzo alla strada un clown armato di loop-machine intervista i cittadini di Cinisi, Terrasini e Palermo sulle ingiustizie del vivere quotidiano in Sicilia.
Un racconto "per sentito dire", che raccoglie le voci che girano intorno alla figura dell’attivista e giornalista Peppino Impastato.
Beercock mette in scena la difficoltà di essere onesti e aperti riguardo alle brutalità dei prepotenti, attraverso una tragicommedia popolare e poetica scritta insieme a un gruppo di persone del luogo nell’arco di una serie di incontri, fra discussioni, confessioni, brividi e esplosioni di ilarità.
Unica regola: è vietato fare nomi. Perché "Vedi che una volta uno, così è morto", appunto.
Lo spettacolo è una produzione di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e Labnovecento45, mentre organizzazione e logistica sono a cura di Francesca Impastato. Si ringraziano, inoltre, Carlo Bommarito, Piero Impastato, Pino Manzella e Maria Vittoria Tamburello.
A metà tra un concerto e un racconto epico, in mezzo alla strada un clown armato di loop-machine intervista i cittadini di Cinisi, Terrasini e Palermo sulle ingiustizie del vivere quotidiano in Sicilia.
Un racconto "per sentito dire", che raccoglie le voci che girano intorno alla figura dell’attivista e giornalista Peppino Impastato.
Beercock mette in scena la difficoltà di essere onesti e aperti riguardo alle brutalità dei prepotenti, attraverso una tragicommedia popolare e poetica scritta insieme a un gruppo di persone del luogo nell’arco di una serie di incontri, fra discussioni, confessioni, brividi e esplosioni di ilarità.
Unica regola: è vietato fare nomi. Perché "Vedi che una volta uno, così è morto", appunto.
Lo spettacolo è una produzione di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e Labnovecento45, mentre organizzazione e logistica sono a cura di Francesca Impastato. Si ringraziano, inoltre, Carlo Bommarito, Piero Impastato, Pino Manzella e Maria Vittoria Tamburello.
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