"Visione Periferica": relazione dei linguaggi pittorici di Giuseppe Adamo e Milan Vagač
Dettaglio di un'opera in mostra
"Visione Periferica" è la bi-personale di Giuseppe Adamo (1982, Alcamo, Italia) e Milan Vagač (1987, Bratislava, Slovacchia): alludendo col titolo alla condizione geograficamente periferica nella quale entrambi gli artisti operano (Palermo e Praga), la mostra mette in relazione due linguaggi pittorici che si differenziano per assetto formale e approccio procedurale ma che in qualche modo condividono simili modalità di ragionamento sull'identità della pittura.
L'astrazione tecnologica di Vagač pervasa dallo spirito del modernismo, e l'ambigua non-astrazione di Adamo sono messe a confronto nel tentativo di identificare un terreno comune e definirne i possibili punti di dissonanza.
Il linguaggio pittorico di Giuseppe Adamo si basa principalmente sulla complessa relazione tra astrazione e figurazione, riflettendo sui principi identificativi della pittura nell'era tecnologica. Le sue opere sono quasi completamente prive di spessore materico, costruite attraverso strati di vernice liquidi e trasparenti, dai quali emergono segni e forme tridimensionali ottenuti attraverso un processo che, in un certo senso, imita il processo generativo della natura.
Milan Vagač focalizza la sua pratica sul linguaggio dell'astrazione geometrica. Esaminando le sue possibilità attraverso dipinti, disegni o oggetti, il lavoro prende avvio da forme tipiche dell'avanguardia modernista come il costruttivismo, il neoplasticismo o i movimenti funzionalisti in architettura e design.
Una parte importante del suo lavoro è poi la relazione con il passato definita dalle possibilità della nostra memoria, ma anche il ruolo della pittura nell'era post-digitale e l'impatto delle nuove tecnologie sui media tradizionali.
L'astrazione tecnologica di Vagač pervasa dallo spirito del modernismo, e l'ambigua non-astrazione di Adamo sono messe a confronto nel tentativo di identificare un terreno comune e definirne i possibili punti di dissonanza.
Il linguaggio pittorico di Giuseppe Adamo si basa principalmente sulla complessa relazione tra astrazione e figurazione, riflettendo sui principi identificativi della pittura nell'era tecnologica. Le sue opere sono quasi completamente prive di spessore materico, costruite attraverso strati di vernice liquidi e trasparenti, dai quali emergono segni e forme tridimensionali ottenuti attraverso un processo che, in un certo senso, imita il processo generativo della natura.
Milan Vagač focalizza la sua pratica sul linguaggio dell'astrazione geometrica. Esaminando le sue possibilità attraverso dipinti, disegni o oggetti, il lavoro prende avvio da forme tipiche dell'avanguardia modernista come il costruttivismo, il neoplasticismo o i movimenti funzionalisti in architettura e design.
Una parte importante del suo lavoro è poi la relazione con il passato definita dalle possibilità della nostra memoria, ma anche il ruolo della pittura nell'era post-digitale e l'impatto delle nuove tecnologie sui media tradizionali.
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